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Schlein

Matteo Lepore, Mattia Santori, Debora Badiali, Valentina Cuppi, Luca Rizzo Nervo, Luigi Tosiani, Federica Mazzoni, Enrico di Stasi, Stefano Caliandro, Antonio Mumolo, Andrea De Maria, Sandra Zampa, Elisabetta Gualmini, Emanuele Felice e Andrea Gaddari. Questi i 15 bolognesi nominati in Direzione nazionale dalla neosegretaria Elly Schlein. Una macchina da guerra targata Bo e con la guida a sinistra. Ma c’è un gruppo nel gruppo, un Cerchio Magico, anzi un Portico Magico. Vediamone i protagonisti.

 

In primis Matteo Lepore, unico fra i primi cittadini delle grandi città a sostenerla nella sfida delle primarie. Bonaccini lo aveva appoggiato come candidato sindaco nel 2021, ma la stima politica e l’amicizia con Schlein hanno prevalso. Insieme occuparono il circolo della Bolognina nel 2013. I due erano fra i giovani che protestavano contro i 101 che affondarono la candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. Allora Schlein uscì dal Pd delusa dai franchi tiratori per rientrarvi un decennio dopo. Lepore invece è sempre rimasto “a casa” scalando la gerarchia del partito. Ha fatto l’assessore comunale dal 2011 al 2016 e alla fine, nel 2021 è stato eletto sindaco di Bologna con oltre il 60%. Alto, occhi azzurri e molto vicino alle idee di Elly sui diritti civili; nel 2015 partecipò al Bologna pride.

 

Anche Mattia Santori, vicino alla Schlein su ambientalismo e cannabis legale, è fra i nominati. «Per uno come lui che se ne va, ne arrivano altri cento», così aveva commentato l’uscita dal Pd del cattolico Giuseppe Fioroni che non accettava l’elezione della neosegretaria. Laureato in economia, oggi Santori è consigliere comunale. Fondatore del movimento delle sardine, ha conosciuto Schlein durante la campagna elettorale per le regionali del 2020 e il rapporto fra i due è diventato subito idilliaco. «Con Elly il Pd è più credibile, più femminista e laburista», ha commentato. «Lei è così come la vedete in tv, molto entusiasta e fa politica anche quando non dovrebbe. Se ci andiamo a prendere una birra io chiacchiero del più e del meno per staccare un po’, lei parla della cosa pubblica». Schlein aveva promesso che sarebbe andata a San Luca in caso di vittoria, come tradizione cittadina vuole, e che si sarebbe addirittura tinta i capelli di rosso. «La accompagnerò volentieri, abito sotto il santuario» e ha aggiunto scherzando: «Sui capelli vediamo». La passeggiata a San Luca sembra più fattibile, anche perché i consiglieri comunali Mery De Martino, classe ‘92, e Michele Campaniello classe ’79, hanno già dato disponibilità.

 

Fra i bolognesi nominati nella nuova Direzione c’è anche Federica Mazzoni, nata nel 1986, laureata in Comunicazione pubblica, specializzata con master, già consigliera comunale nello scorso mandato e adesso segretaria provinciale di partito. Condivide con Schlein soprattutto il femminismo; Mazzoni nel 2012 è stata eletta coordinatrice della Conferenza donne Pd di Bologna. «La nomina mi dà grande responsabilità e gratitudine. Conosco Elly dal 2014, quando ci furono le elezioni europee. Il Pd ha per la prima volta una segretaria donna e pure bolognese, non succedeva dal ‘46». Su Meloni ha detto: «Lei è la prima presidente donna, ma non è assolutamente femminista». Le idee di Mazzoni sono ben chiare e alla domanda su cosa volesse fare il nuovo partito ha commentato: «Vogliamo cambiare il mondo, non solo governare e riuscire a portare avanti idee più radicali costruendo una nuova sinistra. Dobbiamo liberarci dai vecchi schemi del Pd, dalla terza via alla Blair. Due figure politiche a cui mi ispiro? Nilde Iotti e l’ex premier neozelandese Jacinda Ardern».

 

Ma i consiglieri più stretti della leader del Pd sono Flavio Alivernini e il misterioso Giovanni Gaspare Righi.

 

Il primo è romano di nascita, ha vissuto per tre anni a Bologna seguendo la comunicazione di Schlein dall’inizio del suo mandato da vicepresidente della Regione. Ha un curriculum di tutto rispetto: laurea in relazioni internazionali alla Sapienza, collaboratore per La Stampa, consigliere redazionale della rivista Limes. Responsabile per la comunicazione di Laura Boldrini (ha scritto “La grande nemica”, un libro sulle strategie mediatiche della destra sui social network prendendo spunto proprio da quell’esperienza) e infine portavoce della Schlein dal 2020. Conosce gli organigrammi di tutte le redazioni nazionali e ha ottimi rapporti con la stampa estera oltre che con gli autori e i conduttori dei programmi televisivi più importanti sulla politica.

 

Su Righi, definito nel 2020 dalla segretaria «Collega nella gioia e nel dolore» si conosce poco. Nato a San Giovanni Persiceto, nel bolognese, 36 anni, laureato in matematica, da dieci anni segue Elly fra Bologna e Bruxelles e ne consiglia i passi. È stato coordinatore della segreteria quando lei era vice presidente in Regione e Marianna Rizzini del Foglio lo definisce «pacato nell’eloquio e svizzero più di Schlein nella puntualità». In direzione anche i compagni di circolo della Bolognina. Enrico Di Stasi che è segretario cittadino e Antonio Mumolo, consigliere regionale. Entrambi tesserati allo stesso circolo della Schlein. Anche il segretario della Bolognina Mario Oliva dopo la sfida delle primarie ha rivelato di sostenere la neosegretaria. «Da quando Elly ha vinto tira un vento nuovo nel quartiere del Navile. Lei ha voluto il nostro storico circolo per iscriversi al Pd, non è casuale ma una scelta simbolica, un grande onore». Come dargli torto, è il luogo dove il Pci ha svoltato dando inizio alla nuova sinistra italiana, il Pds. «Lo sentivo nell’aria, il giorno che è venuta a prendere la tessera era pieno di giovani. Quando parla “buca” in modo sincero ed è sempre sorridente. Ha portato una folata di entusiasmo, sono addirittura aumentati gli iscritti al circolo».

 

Questo articolo è già stato pubblicato sul numero 4 del Quindici in data 30 marzo 2023.

 

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