Motori

Ferrari

Il regno del Cavallino Rampante a Maranello, immerso nella campagna modenese, è una città nella città, o meglio una “cittadella”, come dicono qui, di cui viale Enzo Ferrari è il decumano. A una delle estremità i grandi cancelli e la struttura ricettiva in metallo, che riflette i raggi e il caldo di un sole arrivato dopo la mattinata di pioggia. Dall’altra parte la storica facciata rossa, da cui fece il suo ingresso nel mondo nel 1947 il primo modello della casa automobilistica, la 125 S la biposto che Nuvolari portò subito alla vittoria. Su entrambi troneggia la scritta “Ferrari” in giallo, ma è dall’antico ingresso che inizia il tour nella fabbrica, la rappresentazione per i fan di quella passione che per il fondatore non si può descrivere ma solo vivere. Dal Dopoguerra molte altre auto hanno sfilato davanti a queste mura, fino all’ultima nata, Roma Spider, svelata lo scorso 16 marzo.

 

Superato l’ingresso si apre piazza Giovanni Agnelli, ricostruita nel 1947 dopo il secondo conflitto mondiale. Da allora la Casa è diventata un simbolo di prestigio ed eleganza, nonché un ambasciatore dell’Italia all’estero e un colosso mondiale con più di cinquemila dipendenti. Tra gli edifici gialli è conservata l’anima della tradizione, sorvegliata dalle finestre che un tempo appartenevano all’ufficio del padre dell’azienda. Qui è ospitato il programma “Ferrari Classiche” lanciato nel 2006: un dipartimento, che fornisce un servizio esclusivo di manutenzione e restauro, per assicurare ai proprietari il transito non solo nello spazio ma anche nel tempo delle vetture cult, tutelandone il valore.

 

Abbandonata la piazza ci si addentra nell’anima più prettamente di avanguardia tecnologica. La prima tappa in questo percorso è l’edificio Lavorazioni Meccaniche Motori, dove i pezzi subiscono tutti i procedimenti necessari per prepararli al montaggio. Tutte le componenti in alluminio provengono direttamente dalla fonderia interna, in attività da 76 anni. L’unica parte che arriva da fuori è l’albero motore in acciaio, che viene lavorato per due settimane nel reparto, perdendo circa la metà del preso originario. La percezione è di trovarsi in un luogo ben lontano dalla fabbrica alla Tempi moderni, non solo da un punto di vista tecnologico (tra le isole se ne conta una completamente robotizzata, in cui i robot, soprannominati “Romeo e Giulietta”, lavorano supervisionati dallo staff), ma anche architettonico. Edifici di pregio pensati da grandi firme dell’architettura e aree verdi tra i colori bianco, rosso e grigio metallico, grandi vetrate per far filtrare la luce naturale e pannelli fonoassorbenti, che mitigano i rumori dei processi produttivi, sono solo alcuni degli accorgimenti del programma “Formula Uomo”, che si preoccupa della dimensione umana nell’azienda. L’ edificio assume a tratti i connotati del museo, quando si passa di fronte alle componenti del motore esposte e ai veicoli completi tra cui una monoposto: lo scopo principale è dare l’opportunità ai dipendenti di vedere il prodotto finito, che il loro lavoro contribuisce a creare. Il controllo qualità avviene nella sala metrologica, un ambiente con temperatura controllata e fissata a venti gradi per evitare la dilatazione dell’alluminio.Questi processi sono le fasi iniziali di un prodotto da sogno desiderato da clienti in tutto il mondo. Nel 2022 sono state 13.221 le consegne effettuate (con una crescita del 18, per cento sull’anno precedente), quasi 5,1 miliardi di euro i ricavi netti (più 19,3%) e un utile netto che si avvicina al miliardo di euro: 939 milioni, per l’esattezza. Numeri record che registrano il successo di Ferrari nel mondo.

 

Usciti dal reparto ci si trova davanti alla Galleria del Vento, inaugurata nel 1998, non solo di rilevanza ingegneristica ma anche architettonica. Il progetto è stato, infatti, affidato al premiatissimo Renzo Piano, autore di una struttura che suggerisce la forma di un motore. L’aerodinamica delle monoposto, in un modello in scala “uno a due”, viene messa alla prova simulando velocità attorno ai 250 chilometri all’ora. Viene soffiato del vento sulla vettura e i sensori ne rilevano la resistenza. Una tecnologia fondamentale in Formula 1 per via dei test in pista ridotti al minimo. La prima a sfruttarne a pieno le potenzialità è stata la F399 che nel 1999 ha portato il titolo Costruttori alla scuderia. Questo tipo di vittorie mancano da un po’ in casa Ferrari. La scuderia continua ad avere ogni record in Formula 1 con 15 campionati piloti e 16 costruttori, 242 vittorie, 798 podi. L’ultimo pilota ad aver vinto il titolo per il Cavallino, però, è Kimi Räikkönen nel 2007 mentre il titolo Costruttori più recente è del 2008. A Carlos Sainz e Charles Leclerc è affidato l’arduo compito di riportare l’ambito trofeo a Maranello. Magari si vedranno dedicare una via all’interno della “cittadella”, com’è accaduto per ogni campione del Cavallino. Il record di cinque titoli mondiali è valso a Michael Schumacher una piazza alla pista di Fiorano.

 

Dopo aver ammirato un Purosangue in test drive, ci si dirige verso la linea di montaggio motori. Prima di raggiungerla, ecco il Centro Stile Ferrari, che ospita oltre cento tra designer e modellatori impegnati ogni giorno nel definire le linee per i modelli del futuro. La collaborazione tra lo studio Design International di Londra e Studio Planning di Bologna, supervisionata dal responsabile del team design di Ferrari, Flavio Manzoni, consegna una struttura con una doppia facciata. La più esterna è composta da oltre tremila moduli in vetro e alluminio e impedisce ai curiosi di gettare il proprio sguardo all’interno, garantendo segretezza e il passaggio della luce naturale. In questo modo al secondo piano la terrazza permette di osservare i modelli in totale riservatezza. La stessa privacy è riservata ai clienti che vengono guidati tra colori e materiali da personal designer nella personalizzazione del loro veicolo attraverso il reparto “Tailor Made” e l’Atelier. Tanta riservatezza, tuttavia, non è riuscita ad impedire l’attacco degli hacker che, lo scorso 20 marzo, hanno sottratto dati al sistema informatico, richiedendo un riscatto in denaro. L’azienda si è rifiutata di pagare e si sta affidando al lavoro delle autorità.

 

Tornando ai motori, i V6 e V8 sono assemblati grazie alla collaborazione tra uomo e procedure automatizzate. I propulsori V12, particolarmente importanti per la Casa (la prima Ferrari ne era dotata), vengono montati a mano, seguendo una proporzione molto semplice: un tecnico per un motore. In questi casi sono cinque i giorni richiesti per terminare l’assemblaggio delle componenti rispetto ai tre delle altre linee. Trova spazio in questo ambiente anche una linea separata per i motori V6 di Maserati. L’area dedicata ai prototipi rimane protetta e oscurata al centro dell’edificio.

 

Dopo che le scocche provenienti dalla carrozzeria Scaglietti sono state opportunamente verniciate, non resta che completare il lavoro presso la linea di montaggio delle vetture ospitata all’interno dell’edificio ideato dall’architetto Premio Pritzker, Jean Nouvel. Lungo tre linee diverse l’auto prende finalmente la sua forma finale ed è pronta per essere testata. Momento clou del processo è il “matrimonio” tra la carrozzeria, calata dall’alto, e il motore, portato da un carrello completamente automatico, che procede tra staff e macchinari orientandosi con i sensori. Su ogni Ferrari una sorta di carta d’identità indica il numero di registrazione, le personalizzazioni scelte dal cliente e la destinazione del veicolo ma manca il nome dell’acquirente per tutelarne la riservatezza.

 

La Divisione Formula 1, si trova poco al di fuori della “cittadella” ma anche qui predominano bianco e rosso e non mancano aree verdi. All’interno vengono assemblate le monoposto da gara dal team, che poi le seguirà in tutte le competizioni, e viene effettuato il controllo qualità. Per ogni pilota vengono montate dalle quattro alle sei vetture a stagione. Il processo più delicato è il montaggio dello sterzo e di tutte le sue componenti elettroniche. Si tratta di un dispositivo estremamente personale e i piloti vengono a Maranello per modificarlo secondo i propri criteri. All’ingresso dell’ edificio è possibile ammirare un pezzo unico: in occasione della millesima partecipazione al Grand Prix è stata costruita una monoposto dello stesso colore della prima Ferrari.

 

Accanto alla pista di Fiorano, si erge l’edificio “Attività sportive GT” dedicato ai programmi clienti “XX” (Extra Extreme) ed “F1 Clienti”. Il primo, ospitato al piano terra permette l’acquisto di auto ispirate a modelli esistenti da strada ma modificate nelle performance. Salendo, ci si trova nel mezzo di una sala circondati dalle monoposto del secondo programma di fidelizzazione. La tentazione di avvicinarsi è altissima ma trattandosi di auto acquistate non è consentito farlo. Ai selezionati, Ferrari offre l’opportunità di comprare le macchine da gara, che sono state guidate dai piloti della scuderia. Cifre e criteri di selezione della clientela sono top-secret ma il prezzo varia a seconda del prestigio di chi ha affrontato le competizioni con un particolare modello. Le monoposto vengono destinate a questo uso dopo due anni, che consentono alla squadra di raccogliere tutti i dati utili sul motore. La tutela del patrimonio dell’azienda e dell’integrità del propulsore impone che le auto rimangano in questa sede per essere utilizzate lungo i tre chilometri della pista di Fiorano o su altre sotto la supervisione di Ferrari.

 

Questo articolo è stato già pubblicato sul numero 4 del Quindici in data 30 marzo 2023.

 

Nell'immagine: la storica entrata dell’azienda in via Abetone Inferiore nella foto che celebra i 70 anni di Ferrari nel 2017. Foto: Ferrari