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InCronaca intervista Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, sulla situazione abitativa per gli studenti a Bologna.
Sabato scorso la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha incontrato gli studenti, annunciando l’utilizzo di beni del demanio all’interno degli investimenti per la costruzione di nuovi studentati con i fondi del Pnrr. Secondo lei è una strada percorribile?
«È la solita storia degli immobili pubblici che vengono messi a disposizione delle amministrazioni locali, ma si tratta di processi lunghi, complicati, a causa di aspettative di valore da parte del Demanio che non trovano riscontro nella realtà. Non permette di risolvere la situazione nei tempi, nei modi e nelle dimensioni che le città universitarie come Bologna necessitano. Proporre una soluzione del genere significa non aver consapevolezza del mercato».
Il problema sono i prezzi troppo alti che il demanio chiede per l’utilizzo delle aree di sua proprietà?
«Quello è sicuramente parte del problema, ma c’è anche i tempi che tutto l’iter richiede. È un processo tutt’altro che immediato, basta vedere quanto tempo ci è voluto per la situazione delle caserme, che non sono ancora state immesse sul mercato».
Quali possono essere allora le soluzioni?
«Serve un piano serio, non un piano di annunci. Bisogna prima di tutto cercare di utilizzare le risorse già disponibili sul mercato, quindi convincere i proprietari a fare un uso diverso delle abitazioni, scoraggiare i proprietari a utilizzare le piattaforme di affitti brevi. Oltre a questo, è necessario valorizzare le aree che attualmente hanno una destinazione d’uso diversa, ma questa è una soluzione che richiede tempi più lunghi, di almeno tre-cinque anni. Per questo motivo è necessario trovare soluzioni tampone che permettano di trovare risposte parziali, ma immediate, e contemporaneamente ragionare a un piano strutturale nel lungo periodo».
Servirebbe una legge nazionale per regolamentare gli affitti brevi?
«Aiuterebbe, ma non basta. Bisogna anche convincere i proprietari a fare affitti lunghi, perché molti non sono proprio interessati al circuito della locazione tradizionale. Bisogna quindi lavorare per convincerli con forme di incentivazione fiscale e forme di garanzia per i proprietari. Dall’altra parte bisogna avviare un percorso che sicuramente è bene che parta dalla rigenerazione urbana, ma se questo non è sufficiente si deve ragionare sullo sfruttare aree edificabili per costruire nuovi immobili».
Cosa si aspetta dal piano casa del comune?
«Mi aspetto che il piano casa risponda a questa situazione d’urgenza. Bisogna dare una risposta immediata seguendo le strade che ho detto perché a settembre è prevista una bomba sul mercato degli affitti, con un eccesso di domanda che non troverà risposta, con conseguenze pericolose per la frequenza dell’università da parte degli studenti».
Nell'immagine Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma. Foto concessa dall'ufficio stampa