Affitti
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La protesta contro il caro affitti covava da tempo, ed è esplosa contro l’inaugurazione del nuovo studentato Camplus, la società legata alla Compagnia delle Opere e Comunione e Liberazione. Contestata anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini in una delle prime uscite pubbliche nella sua città. A manifestare il proprio dissenso è stato il collettivo Luna, il Laboratorio Universitario d’Autogestioni che da anni denuncia la mancanza di alloggi a prezzi accessibili in città e promuove occupazioni. Tra queste lo scorso autunno c’è quella di Casa Vacante, immobile in via Capo di Lucca destinato alla vendita, che il Comune in seguito all’occupazione ha rimosso dal piano di alienazione impegnandosi a mettere quella e altre strutture a disposizione per nuove forme di abitare collettivo e social housing.
«Camplus go home» è il coro con cui il collettivo Luna ha accolto l’inaugurazione dello studentato Camplus Valverde, in zona San Mamolo. Prezzi troppo alti, da 600 euro per una doppia a 800 euro per le stanze singole con utenze comprese nel prezzo, problema presente anche nelle numerose altre strutture che Camplus gestisce a Bologna. Il nuovo studentato è stato ricavato ristrutturando un edificio di proprietà della curia, ex struttura per sacerdoti, lavoratori e studenti. Per la sua realizzazione sono stati investiti complessivamente 3,3 milioni di euro, due terzi dei quali provenienti da fondi del Pnrr.
Luca Tonini di Luna spiega al Quindici cosa vogliono dire alla ministra e all’Ad di Camplus Maurizio Carvelli. «La ministra ci ha detto che contestiamo il partenariato pubblico privato, perché per noi il privato non esiste. Noi invece il privato lo contestiamo quando usa fondi e chiedono 800 euro a posto letto come in questo studentato. Siamo contro il fatto che i privati prendono fondi pubblici senza creare posti letto a prezzi accessibili. Il bando da 660 milioni di euro che verrà pubblicato nei prossimi mesi sarà destinato anche quello a privati, che cercano il loro profitto senza fare gli interessi pubblici».
«All’Ad di Camplus invece chiediamo quanti di questi posti letto, in questa e nelle altre strutture finanziate da fondi pubblici, siano in quota pubblica. È inaccettabile che solamente un posto letto su 8 sia in quota pubblica, con tutti i finanziamenti che hanno dallo stato, anche perché per legge il 20 per cento dei posti letto finanziati con fondi pubblici dovrebbe essere dati a prezzi calmierati, ed Er.go (l’agenzia regionale per il diritto allo studio ndr) dovrebbe monitorare che questa proporzione venga rispettata, ma questo non succede» afferma Tonini.
Durante l’incontro che Carvelli ha avuto con i manifestanti al termine dell’inaugurazione, l’Ad di Camplus ha infatti affermato che nelle loro strutture «alloggiano 1.211 studenti in quota pubblica su 8.800 ospiti totali», mentre nel nuovo Camplus ha affermato che la quota pubblica sia pari al 30% degli studenti».
Con Zuppi invece il collettivo si aspetta «di poter instaurare un dialogo costruttivo, abbiamo accolto con favore l’invito del cardinale in Curia, che sappiamo avere a cuore la questione abitativa».
Il cardinale Mattero Zuppi riconosce come «il problema degli studenti a Bologna è reale. La Caritas di Bologna, con mio grande dispiacere, deve aiutare degli studenti con la sua mensa perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. E due studentesse ci hanno raccontato delle difficoltà a trovare posto dove dormire. Ci deve essere un impegno da parte di tutti per rispondere a questo problema, da parte di tutte le nostre istituzioni, perché come diceva il cardinale Lercaro bisogna far studiare chi non ha la possibilità di studiare, ed è un impegno che non va disatteso».
Carvelli ha aperto la cerimonia di inaugurazione dello studentato, attivo da settembre ma inaugurato venerdì scorso, scherzando sulle contestazioni che ne hanno posticipato l’inizio «scusate il ritardo ma il tifo fuori non è stato dei migliori» per poi aggiungere che «la cosa più importante di questa residenza è l’idea di dare spazio ai ragazzi per sviluppare le loro relazioni interpersonali, per farlo sono fondamentali gli adulti che gli mettiamo a disposizione per accompagnarli nel loro percorso, perché il nostro servizio non è solo ospitalità, ma viene completato dall’accompagnamento che mettiamo a disposizione dei ragazzi». La ministra dell’istruzione Anna Maria Bernini afferma che «c’è chi deve affittare un divano, questo è incivile, indegno, non si può chiedere a uno studente di vivere in una città come Bologna, di frequentare l’Università, facendo dei sacrifici e facendoli fare alle famiglie, per affittare un divano, c’è chi dorme in stazione, mi hanno raccontato delle storie agghiaccianti. La realtà è che a Bologna c’è un problema di residenze universitarie, Camplus ci ha garantito una quota per gli incapienti, noi sappiamo che lo stanno facendo, ma chiediamo uno sforzo ulteriore» aggiungendo che «i diritti nella nostra repubblica, senza doveri, diventano privilegi» (anche se non è ben chiaro quale sia il dovere corrispondente al diritto di avere una casa).
Oltre alla protesta contro gli studentati privati, il collettivo Luna sta portando avanti una protesta anche contro i tanti Airbnb presenti a Bologna (problema trattato nel dettaglio nel secondo numero del Quindici), «Abbiamo pensato a una class action 2.0, per colpire le agenzie di locazione breve che gestiscono oltre 100 annunci in città. Per partecipare si può prenotare un appartamento per il 25 aprile e disdirlo entro i termini di cancellazione, per far sì che quel giorno quanti più appartamenti destinati agli affitti brevi rimangano vuoti» spiega Luca Tonini.
Nell'immagine i manifestanti del Collettivo Luna contestano l'inaugurazione del nuovo Camplus. Foto: Gabriele Mento
Questo articolo è stato già pubblicato sul numero 4 del Quindici in data 30 marzo 2023.