Letteratura

ian mcewan

Che impatto ha la modernità – nei suoi aspetti tecnologici, politici, sociologici – sulle nostre vite? È possibile arrivare a settant’anni e poter dire “Ecco, queste sono le lezioni che ho imparato da tutto ciò che ho vissuto”? Sono solo alcune delle domande attorno cui ruota Lezioni, il nuovo romanzo di Ian McEwan, in Italia edito da Einaudi (23 euro). Il libro è stato presentato a Bologna dallo stesso autore, durante una conversazione svoltasi con Marcello Fois al centro polifunzionale Mast nella sera del 21 marzo.

Lezioni è una delle opere più autobiografiche dell’autore britannico, e racconta la storia di un uomo la cui vita, spiega lo stesso McEwan, «Talvolta si intreccia con la mia, talvolta diverge». Roland Baines è un individuo senza qualità e ambizioni, un piano man irrisolto che da bambino ha studiato pianoforte con una maestra che gli dedicava attenzioni moleste e morbose. Il romanzo dipana la sua storia lungo un arco temporale estremamente lungo, partendo dalla prima guerra mondiale, passando per la caduta del muro di Berlino e la Brexit e arrivando fino ai tempi del Coronavirus: l’idea, spiega McEwan a Fois durante l’incontro, era raccontare l’impatto dei maggiori eventi politici del Novecento e del nuovo millennio sul singolo individuo, indagando le conseguenze della Storia sulla vita privata.

In questa sorta di autofiction emotiva, McEwan non si limita a prestare le proprie emozioni alla vita fittizia del suo protagonista e regala una parte di sé anche alla moglie di Baines, affidandole il sogno di fare il suo stesso mestiere: la scrittrice. Per dedicarsi senza distrazioni al suo primo romanzo, tuttavia, Alissa sceglie sin dalle prime pagine di Lezioni di abbandonare il figlio e il marito, compiendo così una scelta radicalmente opposta non solo a ciò che la società si aspetterebbe da lei in quanto madre, ma anche alla vita senza azzardi del compagno che sta lasciando.  «Il punto, allora, qual è?», chiede quindi Fois a McEwan. «Forse, che la felicità non deve vedere ostacoli e bisogna conquistarsela?»

«Il modo in cui misuriamo e descriviamo le nostre vite a noi stessi – risponde McEwan – è in costante evoluzione: la nostra infanzia ci sembrerà diversa in adolescenza, potremmo riuscire a perdonare i nostri genitori solo avendo dei figli». Ma in fondo, aggiunge lo scrittore, questo continuo cambiamento nel corso della nostra esistenza non porta a una “lezione”: «La sola lezione della vita, quando si ha vissuto a lungo, è l’accumulo di tutto ciò che hai fatto – incontri, amori, delusioni. Non c’è nient’altro».

La nostra storia cambia ed evolve continuamente, nelle decisioni che prendiamo e in come scegliamo di raccontarcele: con Lezioni McEwan si propone, tra le altre cose, di indagare le modalità e il prezzo di queste scelte.

 

 

Foto di Chiara Scipiotti