rinnovabili
La necessità di seguire quanto stabilito dalla recente direttiva Ue sul modello delle “case green” e, prima ancora, il bisogno di dare centralità alle energie rinnovabili ha messo in moto, in testa, la Regione Emilia-Romagna e il Gruppo Hera, i quali - il 13 marzo di quest’anno - hanno firmato un protocollo sullo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). L’obiettivo principale è quello di accelerare il più possibile il processo di decarbonizzazione e rispettare così quanto previsto dal Piano energetico regionale (Per).
Nello specifico, il Gruppo Hera ha fatto sapere che a Bologna, in via Usodimare, è stato messo in pratica «il primo esempio a livello regionale di energia condivisa». Il progetto, alla cui realizzazione ha contribuito anche la Hera Comm, si basa sull’installazione di un impianto fotovoltaico su una palazzina di 18 appartamenti. Attualmente, come ultimo passaggio rimane solo l’allaccio alla rete elettrica da parte di Enel.
Il nuovo modo di produrre e consumare energia, come riporta il comunicato stampa Hera, rappresenta «una forma semplice di comunità energetica». Il nuovo impianto «alimenterà le utenze comuni e coprirà parte del fabbisogno energetico dei singoli nuclei familiari», dando così la possibilità alle varie famiglie che abitano nell’immobile di autoprodurre l’energia rinnovabile per risparmiare sui consumi energetici, oltre a garantire una maggior tutela dell’ambiente. Secondo le stime fatte, l’energia prodotta arriverà a coprire tra il 55 e il 60% del fabbisogno energetico.
Purtroppo, al momento, il progetto di via Usodimare è un caso unico nel suo genere e non è ancora possibile fare una previsione sul tempo necessario per un qualsiasi immobile convertito in Cer di ammortizzare i costi. Infine, non è neanche possibile sapere a partire da quale anno si potrebbe cominciare a guadagnare con questo nuovo modo di produrre energia.
Nell'immagine, pannelli solari - Foto di Krhystyna Gulyayeva