Acer

Marco Bertuzzi

Marco Bertuzzi, 38 anni, dal 15 marzo dell’anno scorso presidente di Acer Bologna, ha espresso le proprie perplessità in merito alle indicazioni contenute nella direttiva Ue sul modello “case green”.

 

Che cosa pensa dell’ultima direttiva Ue sul modello delle case green?

 

«Allora, dirò quello che penso sulla base di quel poco che finora è stato detto su questa direttiva. Innanzitutto, questa direttiva, non essendo propriamente una norma ma un insieme di standard da prendere come riferimento, fa parte di una situazione in divenire, quindi ci possono essere delle novità e dei cambiamenti in futuro. Secondo, la necessità di efficientare case e immobili per garantire tutela dell’ambiente e risparmio energetico è importante, ma da un punto di vista pratico sono molto perplesso su quanto finora la Ue ha stabilito. Ci sono anche dei controsensi da considerare».

 

Qualche esempio di controsenso?

 

«L'Acer, tra assegnazioni, ristrutturazioni e altri lavori, si occupa della gestione di vari tipi di locali tra cui gli alloggi popolari. Ecco, un controsenso che non mi so spiegare è proprio l’assenza degli alloggi popolari nella lista delle categorie di immobili da riqualificare. Faccio presente che gli alloggi popolari, nel nostro Paese, sono tra gli edifici che hanno un maggiore bisogno di essere efficientati, visto che, essendo stati costruiti soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, a oggi rientrano nelle classi energetiche più basse, cioè F e G».

 

La direttiva Ue ha indicato come tempistica, a seconda del tipo di immobile da riqualificare, gli anni 2030 e 2033. Secondo lei è fattibile fare una riqualificazione così radicale entro quelle date?

 

«Io non credo che sia impossibile mettere in atto questi cambiamenti entro il 2030 e il 2033, ma perché ciò sia realizzabile è fondamentale che già domani ci sia un piano ben strutturato e che consideri cosa fare nello specifico per tutte le tipologie di immobili da rinnovare. Al momento però questo piano non c’è».  

 

Quindi non è contrario alla riqualificazione energetica che l’Ue ci sta indicando, ha solo delle perplessità sulla loro effettiva possibilità di realizzazione tecnica.

 

«Esatto. Anzi, le dirò questo: l'Acer di Bologna ha negli ultimi anni messo in atto i cambiamenti a favore dell’ambiente e del risparmio energetico che l’Ue ci chiede adesso. Quindi, da un certo punto di vista, li abbiamo anticipati. In alcune occasioni siamo addirittura riusciti, riqualificando degli immobili, a risalire non di due, ma di tre classi energetiche. Per farle un esempio concreto, grazie ai nostri interventi, qui a Bologna, in via Beroaldo Ungarelli ci sono adesso delle case che rientrano nella classe energetica A. Io sono più che consapevole della necessità di cambiare ma c’è bisogno di indicazioni precise, materiale, risorse».  

 

Intende dire che l’Ue, oltre a imporci degli standard, dovrebbe stanziare dei fondi finalizzati alla realizzazione di tutte queste riqualificazioni?

 

«Assolutamente sì. Oggi ci sono tanti problemi che chi fa queste proposte dovrebbe considerare: il costo delle materie prime è aumentato, la manodopera è sempre più difficile da trovare e occorrono strumenti e aiuti economici sostanziosi per fare operazioni di questo genere. Faccio notare, e anche questo è un controsenso preoccupante, che l’Ue ci dice che dobbiamo fare tutti questi cambiamenti in un periodo in cui aiuti molto utili come il Superbonus rischiano di non essere più disponibili». 

 

Nell'immagine, Marco Bertuzzi, presidente Acer di Bologna - Foto fornita da Marco Bertuzzi