PIL
Nel 2023, in un contesto internazionale sempre più difficile e pieno di incognite, le previsioni di crescita regionali sono state fortemente ridimensionate e il PIL reale è stimato in crescita dello 0,5%. Stimata in calo anche la crescita della produzione industriale.
Questa frenata nella crescita è dovuta ai fattori di incertezza con cui le imprese hanno dovuto fare i conti nel 2022 dopo l’onda lunga di fiducia e investimenti conseguenti l’uscita dalla pandemia. Rileva, infatti, Alberto Zambianchi, presidente regionale Unioncamere: «Il 2022 è stato caratterizzato dalla guerra in Ucraina che ha provocato l’aumento dell’inflazione, dei prezzi dell’energia e la difficoltà di reperimento di molte materie prime».
Questo è il quadro che emerge dall’indagine congiunturale sull'industria manifatturiera dell'Emilia-Romagna e delle previsioni per i prossimi mesi realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
I risultati di tale importante indagine sono stati presentati oggi in una conferenza stampa cui hanno preso parte Alberto Zambianchi, presidente regionale Unioncamere, Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo, Annalisa Sassi, presidente regionale Confindustria e Guido Caselli, vice segretario generale Emilia-Romagna Unioncamere.
Guido Caselli ha analizzato i dati emersi dall’indagine: «nello scorso anno la nostra regione è stata trainata dal settore delle costruzioni e dall’export, che è cresciuto del 16,9%. Nel 2023 ci attendiamo un calo della crescita e della produzione industriale. I settori industriali in maggiore difficoltà sono quelli delle manifatture tradizionali e della moda». Il vice segretario ha poi spiegato anche quali saranno le maggiori sfide e i futuri problemi che l’industria regionale dovrà affrontare. «Le nostre imprese stanno già investendo tanto nell’innovazione e nella digitalizzazione e dovranno continuare. I problemi principali riguardano il mercato del lavoro, vi è infatti una mancata corrispondenza fra l’offerta di lavoro e l’aspettativa delle imprese».
Annalisa Sassi ha invece dichiarato di attendersi per i primi mesi del 2023 una situazione positiva e dinamica grazie a una ripresa degli ordini dall’estero, ma con una inflazione che continua a pesare. «Le grandi sfide che ci attendono sono quelle della digitalizzazione, della sostenibilità e del mercato del lavoro».
Guardando in dettaglio le singole produzioni industriali sono molto buone le previsioni su produzione e ordini esteri per meccanica, chimica, carta/stampa, alimentare e tessile. Buone le aspettative anche per il settore delle costruzioni. Rallentamenti e sfiducia sono invece previsti nel settore della ceramica che rallenta sia all’estero che nel mercato interno.
Foto principale, da sinistra a destra: Annalisa Sassi, presidente regionale Confindustria, Alessandra Florio, direttrice regionale di Intesa Sanpaolo, Alberto Zambianchi, presidente regionale Unioncamere, Guido Caselli, vice segretario generale Emilia-Romagna Unioncamere. Foto principale di Federico Iezzi.
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