droga
Sono 3.500 le persone con problemi di dipendenza da crack a Bologna. Lo dice lo studio “Epidemiologia del consumo del crack” di Raimondo Maria Pavarin, sociologo, sanitario, direttore dell'Osservatorio epidemiologico sulle dipendenze patologiche di Bologna, che dimostra come questa sostanza stia andando a sostituire l’eroina. Si tratta di una droga molto facile da ottenere dai giovani, visto che per procurarsi una “pippata” costa solo 5 euro. A Bologna esistono diverse zone franche prese d’ assalto dai consumatori che lasciano per strada una scia di bottiglie di plastica. Prima di essere consumata, tramite le bottigliette “artigianali “da mezzo litro, la sostanza viene trasformata in cristalli, secondo una tecnica particolare che tutti i consumatori conoscono: si prepara una "base" in cima al tappo e poi si fuma. L’effetto è quasi immediato, ma il consumatore raggiunge presto una fase di down, con la voglia di ripetere subito l’esperienza.
A raccontare questo quadro inquietante è lo stesso Pavarin, che nella ricerca pubblicata oggi nell’aula magna dell’ospedale Maggiore, dice: « Per una persona che si rivolge ai servizi sanitari per difficoltà di questo tipo, ce ne sono altre cinque che non lo fanno. In ballo c’è una fascia di popolazione marginale, costituita in gran parte da persone che hanno problemi con la legge e scarse disponibilità economiche-finanziarie. Si tratta, infatti, di disoccupati, almeno nel 40%” dei casi». Lo studio contiene la testimonianza di 20 consumatori che raccontano l'approccio con la sostanza, avvenuto per noia o per curiosità e il passaggio dall’ eroina al crack per paura dell’eroina stessa. «Dopo tre settimane che lo fumavo, l’ho sentito e mi è piaciuto», dice uno di loro, che continua «da quel momento sono arrivati tutti i problemi; provavo un enorme senso di colpa, avevo difficoltà economiche. Si prova una solitudine gigantesca».