Lavoro

Lucio Poma di Nomisma

«Avrà un forte impatto sull’intera Motor Valley. Ci saranno importanti conseguenze sia a livello occupazionale che in termini di chiusura d’imprese. Ci sono aziende, in Emilia-Romagna, che già si sono mosse nella direzione della Green Economy, ma se altri Paesi vivranno una transizione più facilitata noi ne soffriremo di più. Stiamo parlando di una regione che è punta di diamante nella produzione motoristica a carburante, molti Stati dell’Unione Europea non possono dire lo stesso e le conseguenze per loro saranno minime». Così il Professore Lucio Poma, capo economista di Nomisma e professore associato all’Università degli Studi di Ferrara. La scelta dell’Unione Europea, passata ieri al voto del Parlamento europeo, di porre uno stop alla vendita di auto e furgoni alimentati a benzina o diesel dal 2035 suscita le prime critiche in regione. «È chiaro che dominando in questo settore di produzione le conseguenze saranno significative», ha continuato Poma. «Chi non avrà la forza di trasformare la propria impresa non sarà certo contento, chi non potrà adeguarsi chiuderà. Ci sono poi altre aziende che hanno iniziato a produrre anche motori ibridi, come Ducati, che già rifornisce la Moto E, e hanno sempre puntato sull’innovazione e la flessibilità. Questi grandi nomi troveranno delle alternative compatibili a mantenere una politica industriale forte, ma parlare di sostenibilità senza parlare di sviluppo economico è un grave errore. Bisogna riflettere sulle conseguenze che i salari e l’occupazione andranno a subire», ha rimarcato il Professore.

 

Una scelta che inizia a suscitare malumori in Regione, che sulla politica industriale costruisce gran parte della sua forza economia. Ma se le grandi aziende sapranno rigenerarsi anche in termini occupazionali, creando anche la necessità di nuove competenze specifiche, non sarà così per tutte.

«La scelta dell’Unione se non è un completo disastro, di sicuro non è un vantaggio per l’Italia. Al momento sono pochissime le centraline per auto ibride e pare essere poco chiaro della potenza che sarebbe necessaria per sostenere l’intero sistema in un’ottica di totale conversione. Inoltre, se per produrre energia elettrica si continua a bruciare combustibili fossili siamo punto e a capo. La tutela dell’ambiente è certamente un bisogno generazionale, ma si deve ponderare l’aspetto economico. In Italia siamo tra i più forti e questa è una trasformazione che non è compatibile con tempi così brevi, come quelli dati dall’Unione», ha concluso Poma.

 

Dopo l’ok del Parlamento europeo si attende l’ultima parola del Consiglio europeo prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

 

 

Nella foto alcuni lavoratori Ducati. Foto Ansa