analisi

Illustrata oggi dalla dirigente dell'ufficio Statistica di Palazzo D’Accursio Silvia Mareddu, l’analisi della ricerca intitolata "La fragilità demografica, sociale ed economica nelle diverse aree del Comune". Nello studio la fragilità della popolazione bolognese viene articolata in tre ambiti: demografico, sociale ed economico.
Per ciascuno di essi è proposto un indicatore sintetico di potenziale fragilità, calcolato a partire da 17 voci analitiche, come la popolazione ultraottantenne, i laureati, le abitazioni in affitto e il reddito pro capite.
Recentemente sono stati introdotti quattro nuovi indicatori di ambito sociale: indice di integrazione territoriale, indice di bassa qualità edilizia, percentuale di famiglie con spazio abitativo insufficiente e indice di bassa intensità lavorativa.
Lo studio offre una mappa della città, evidenziando aree di diverso livello d’intensità. Nello specifico, quelle con un numero di riferimento maggiore di 100 hanno un alto livello di fragilità, mentre quelle inferiori a 100, presentano rischi più bassi.
Il valore complessivo di potenziale fragilità viene calcolato come "media pesata" dei tre indicatori, attribuendo un peso maggiore a quello di ambito sociale.
L’ultima edizione della mappa va dal valore minimo di 88 (nell’area di San Luca), a quello massimo di 110 (al Mulino del Gomito).
Diverse le fonti della ricerca: anagrafe comunale, censimento Istat, Ministero dell'Economia e delle Finanze, Ausl, Inps (Osservatorio su lavoratori dipendenti e indipendenti) e Agenzia delle entrate (Osservatorio del mercato immobiliare e Catasto).

 

 

 

In copertina: foto dal web estratta dal documento del Consiglio dei Ministri - Studio Lombardi & Associati