giustizia

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Vanno dai 6 agli 11 anni, le richieste di condanna che sono state formulate quest’oggi dal pubblico ministero Marco Forte nei confronti della banda delle tre campanelle. Un’organizzazione di ventiquattro persone, che li ha visti agire per una decina d’anni nell’area di servizio Sillaro, sull’A14. Questa era stata scelta con cura data la posizione di transito stradale e ha rappresentato la base dalla quale hanno colpito centina di persone. L’azione del gruppo non riguarda la semplice truffa, infatti, tra gli altri reati che vengono contestati c’è anche la rapina sia propria che impropria, l’estorsione e anche il furto con strappo. Gli arresti scattarono nel maggio 2016 e sono stati compiuti dalla polizia sotto il coordinamento del pm Marco Forte. L’organizzazione era composta in maggioranza da napoletani e lucchesi, in grado di guadagnare nei periodi più redditizi tra i 60 e i 70mila euro. Tranne per chi ha scelto il rito abbreviato, in 22 hanno propeso per quello ordinario davanti al tribunale collegiale. La banda, secondo le indagini, aveva una rete ben oliata e consolidata nel tempo, dove ciascuno recitava la sua parte con: l’adescatore, il mossiere, il figurante, il finto scommettitore e il palo. Non si limitavano soltanto a truffare le persone, la preda veniva scelta con cura, indifferentemente dal sesso o dall’età anagrafica. Spesso turisti o emigranti di ritorno, con il pretesto di una rapida puntata, venivano convinti a partecipare al “gioco” e per molti saranno anche gli ultimi ricordi che conserveranno con l’avvicinamento al tavolino. Perché attraverso diversi escamotage generavano un clima confusionale e caotico teso a strappare di mano i soldi ai malcapitati, per poi intimidirli a puntare sempre più soldi fin quando non li prosciugavano di tutto. Alcune volte ricorrevano anche alle maniere forti, infatti, al tentativo di ribellione delle vittime, queste finivano per essere accerchiate e spintonate, il tutto ripreso dalle telecamere dell’Autogrill. Questa modalità d’intimidazione convinceva le persone a lasciar perdere e ad andare via, lasciando in mano alla banda anche migliaia di euro. «Cifre che non avevano alcun senso» dice Forte nella requisitoria, che poi aggiunge «Ad alcune persone gli portavano via tutto e per le modalità con cui questi agivano rappresentava un vero e proprio scippo». Dopo il pm, parola alle difese e la sentenza di questo processo dovrebbe arrivare l’11 ottobre.