Bologna Welcome

«Avremmo fatto a meno di trasformare Bologna Welcome in un ente pubblico centralissimo, comunque collaboreremo nella speranza di continuare a valorizzare l’elemento che ha reso vincente questa esperienza per il turismo: la collaborazione virtuosa tra pubblico e privato»: così Lanfranco Massari, dirigente di Confcooperative, interviene durante l’udienza conoscitiva per il Bologna Welcome, richiesta il 25 gennaio dal consigliere Fi Nicola Stanzani, contro la decisione del sindaco Lepore di trasformare la società in un ente “pubblicista”.

Le parole di Massari esprimono il timore di una futura limitazione nella governance di Bologna Welcome, condiviso dai rappresentati degli enti privati in quota alla società di gestione del turismo: «Non abbiamo particolari avversioni rispetto al superamento dello stress del bando nella prospettiva di una Fondazione – dice Enrico Postacchini, presidente di Ascom e dell’aeroporto Marconi – ma è necessario che si continuino a sostenere i settori produttivi che garantiscono le risorse del territorio: senza i voli low cost forniti dal Marconi il turismo non sarebbe ripreso così velocemente dopo il covid».

Anche l’opposizione dà voce alla sua preoccupazione: «Bologna Welcome è nata grazie all’intervento degli enti privati, che sono stati capaci di limitare l’autoreferenzialità dell’amministrazione pubblica; che forma potrà assumere la promozione turistica del territorio metropolitano bolognese? Sarà una Fondazione pubblicista? Bologna Welcome è un’esperienza da salvare», sostiene Stanzani. In linea con il presidente del gruppo consiliare intervengono Samuela Quercioli, consigliera di Bologna ci piace, e Manuela Zuntini, consigliera Fdi, mettendo in luce i rischi insiti al superamento della commistione tra pubblico e privato nella gestione delle attività di accoglienza.

A difendere la scelta del sindaco bolognese si esprime Mattia Santori, consigliere comunale del Pd con delega al turismo, ricostruendo la nascita del progetto Bologna Welcome dal 2012, quando era sindaco della città Virginio Merola. «È fortemente limitante non poter andare oltre la soglia di finanziamento fissata con la quota triennale – dichiara Santori – e, se la quota di finanziamento sale e il bando diventa di carattere europeo, allora non è detto che sia Bologna Welcome a vincerlo». In quanto parte del mercato dei “grandi” del turismo, Bologna fa gola ai soggetti stranieri: per questo Santori sostiene si debba modificare la sua struttura, in coerenza con il cambiamento dei tempi. Fiducioso della capacità di valorizzazione di Bologna Welcome, nella prospettiva della riduzione della partecipazione dei privati, sembra anche Roberto Fattori, consigliere Pd. 

Il direttore generale della società, Patrick Romano, garantisce la continuità delle attività già programmate per i prossimi anni: l’evoluzione societaria, che Bologna Welcome accoglie definendosi elastica, non impatterà sulla ripartenza del turismo e «non ci saranno modifiche né nella gestione delle strutture comunali, né in quella dei dipendenti», rassicura il presidente Franco Baraldi. 

A prescindere dai cambiamenti, l’interesse del neopresidente di Bologna Welcome è di difendere la ricchezza del tessuto economico turistico prodotta dalla società negli ultimi anni, che ha reso il territorio della città metropolitana di Bologna un’attrazione di livello mondiale. 

 

In copertina piazza Maggiore a Bologna. Foto: Ansa.