Coppa italia

La festa dei giocatori di Italiano dopo la vittoria (foto Ansa)

 

Prodi ha visto la finale da Pechino, il rettore in via Zamboni, Chiellini è felice di essere a Bologna «in un giorno speciale», De Pascale ha assistito alla vittoria da casa, con il figlio, il cardinale non è riuscito a seguire le gesta dei rossoblù ma promette: «Ora andrò allo stadio». Il giorno dopo il trionfo di Italiano e dei suoi eroi, mentre l'allenatore scende alla stazione Centrale con la Coppa in mano, e gli spazzini raccolgono il tappeto di cocci lasciato dai tifosi sotto le Due Torri, a 51 anni dall'ultimo trionfo, tutta la città scopre di avere un cuore solo per metà rosso e per l'altra metà blu. 

 «Credo che sia stata un'emozione straordinaria e ha ragione Italiano, quando dice che è qualcosa che crea comunità  ha spiegato l'arcivescovo di Bologna, presidente dei vescovi italiani Matteo Maria Zuppi raccontando di una vittoria che secondo lui va oltre il valore meramente sportivo  Non ho visto la partita perché devo dire che sennò mi coinvolgo troppo, però ora devo andare allo stadio, perché non ci sono mai stato». E il cardinale aggiunge: «Solo facendo squadra e solo insieme si vince».

«Il gol l’ho visto in via Zamboni», confessa invece il rettore dell'Alma Mater Giovanni Molari che in via Zamboni è di casa. Da molto più lontano, invece, ha gioito l'ex presidente del Consiglio dei ministri e presidente della Commissione Ue Romano Prodi: «Ero a Pechino e ho inviato un caloroso messaggio al capitano Lorenzo de Silvestri. Sono entusiasta e immagino cosa stia accadendo a Bologna» ha detto a Incronaca.

Il cardinale Matteo Zuppi (foto Ansa)

 

 

Vincenzo Italiano è sceso dal Frecciarossa questa mattina alle 5.05 alla stazione Centrale con la coppa in mano e l’entusiasmo in viso. Le piazze dei festeggiamenti ormai svuotate, i vetri a terra, i fumogeni spenti. Ieri sera la città si è mossa, si è innamorata dei rossoblù e ha vinto. Poche ore dopo il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha annunciato che consegnerà al mister rossoblù il Nettuno d'Oro, uno dei massimi riconoscimenti cittadini. «Non c’è solo la conquista di un merito sportivo  ha detto il sindaco  ma il riconoscimento di un modo di intendere il calcio, di un metodo, di uno spirito di comunità, che ci fa sentire parte attiva di questa storia. È quindi con gratitudine e gioia che ho deciso di conferire il Nettuno d’oro all’allenatore Vincenzo Italiano».

Il tifo per il Bologna arriva da ogni dove, anche da chi tifoso rossoblù proprio non è, come il presidente della Regione Michele De Pascale, juventino da sempre. «Ho visto la partita a casa con mio figlio, ma sono molto contento di questa vittoria».

Il trofeo sollevato da Orsolini e compagni farà dunque uscire i rossoblù dalla schiera dagli underdog? È risaputo la storia la scrivono i vincitori, gli altri si limitano a leggerla o, nel caso del Milan, a subirla. Erano cinquantuno gli anni di attesa, due generazioni sconfitte, cresciute a pane e pazienza, che hanno visto il loro riscatto nelle immagini di De Silvestri che alza la Coppa Italia, di Gianni Morandi in campo con gli occhi lucidi e Saputo sotto la curva, felice come un bambino. Una Bologna che torna a far tremare. Un’occasione che capita di rado, che Chiellini ha potuto cogliere in due momenti: prima in tribuna all'Olimpico, durante la partita, e questa mattina a margine di un evento organizzato dall'Università di Bologna nell'aula di Santa Lucia dal titolo “Donare corpo alla scienza. «Una bella giornata per essere a Bologna oggi», ha detto Chiellini che ha assaporato l'atmosfera di festa in città.  

Il Bologna però deve badare a non festeggiare troppo. Il gol di Ndoye le ha regalato la festa e l'ingresso in Europa League, ma la squadra ha ancora un sogno da coronare: quello di bissare l'ingresso in Champions, conquistato lo scorso anno quando in panchina sedeva Motta e in campo giocavano Zirkzee e Calafiori. Ai felsinei spetta ancora il finale di stagione del campionato di Serie A che si snoda in due sole partite. Domenica 18 maggio il Bologna affronterà la Fiorentina. Un incrocio dal sapore dolce amaro per il coach Italiano, che dovrà cercare di battere proprio la squadra che ha lasciato solo un anno fa, portandola in alto ma senza alzare trofei, tre finali perse che pesavano sulla carriera del Mister. Domenica 25, invece, è il turno del Genoa in trasferta. La classifica è corta e la concorrenza agguerrita. Tocca portare a casa sei punti per sognare la Champions e sperare anche nella collaborazione delle altre squadre. Ma per il Bologna sembra davvero la stagione dei miracoli.