Arena Segafredo

Davanti all'ex padiglione 35 (foto di Giulia Goffredi)
Nella città dei cantieri da oggi c'è una gru in più. Quella su cui stamattina è salito l’amministratore delegato di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, per abbattere simbolicamente il tetto del vecchio padiglione 35. Con la demolizione dell’edificio, ormai obsoleto, hanno avuto ufficialmente inizio i lavori per la costruzione del nuovo padiglione polifunzionale, che accoglierà, tra gli altri, le partite di campionato e di Eurolega della Virtus Segafredo. Un investimento di BolognaFiere da 70 milioni di euro, che da novembre 2026, in tempo per l’Eima (Esposizione Internazionale di Macchine per l'Agricoltura e il Giardinaggio), darà alla città un nuovo punto di riferimento per eventi fieristici internazionali, sportivi e culturali. Proprio in concomitanza con la fine dei lavori per il tram, prevista entro l’anno prossimo, che con la linea rossa collegherà la Fiera con il centro.
Il progetto di Mca, Mario Cucinella Architects, s’inserisce nel processo di riqualificazione del quartiere fieristico e di Piazza Aldo Moro, avviato nel 2016 con la ricostruzione dei padiglioni 28, 29 e 30, e trova spazio accanto al 37, recentemente ricostruito con il tetto apribile e sede dell’attuale Virtus Segafredo Arena. Come spiegato dall’ingegnere Luca Tiozzo e dall’architetto Michele Roveri nel corso della conferenza stampa di stamattina, l’edificio avrà una dimensione di quasi 12.000 mq. «Alto 25 metri, largo 160 per 72 – continua Tiozzo – la struttura ospiterà al centro l’arena, che avrà una capienza di circa 10.500 posti. Una parte, superiore ai sette metri, sarà fissa e ospiterà 6.500 spettatori, mentre quella inferiore sarà composta da quattro file di gradinate smontabili e rimovibili, che ne potranno accogliere altri 4.000. In più, a circondare il “catino”, da un lato ci sarà un’area libera e dall’altra una tecnica con il secondo campo». Un progetto elegante, sia dentro che fuori, dato che le pareti realizzate con un tessuto microforato diverranno delle tele su cui proiettare immagini interattive, che racconteranno i grandi eventi della città.
Assemblee, spettacoli, fiere internazionali come l’Eima, Cersaie e Cosmoprof. Ma anche, e soprattutto, la nuova casa delle Vu Nere. Un impegno, quello di restare fino alla consegna dell’arena alla fine del prossimo anno, che il presidente Massimo Zanetti ci tiene a portare fino in fondo. «È dal 2019 che perseguiamo questo obiettivo e finalmente oggi possiamo dare alla nostra Virtus una veste che possa sfoggiare con orgoglio in Europa. Quando vado in giro visito dei palazzetti incredibili, quindi era bene che anche lei l’avesse», s’accende il patron bianconero. Che intanto ribadisce la promessa di «una squadra all’altezza di questo progetto, con cui vige un accordo ventennale, e dell’Eurolega, dove l’accesso per i prossimi tre anni è garantito».
La scadenza di novembre 2026 è molto stretta, osserva il sindaco Matteo Lepore, che rimane, però, fiducioso. «Per come stiamo rispettando la tabella di marcia degli altri cantieri, penso che anche con la Fiera faremo lo stesso». L’obiettivo è «dotare Bologna di infrastrutture e servizi all’altezza dell'attrattività e della visibilità internazionale che sta acquisendo negli ultimi anni. Perché la crescita che sta vivendo non rovini la qualità della vita e non sia un’opportunità persa, la città deve fare un salto di scala».
L'ad di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, dopo l'abbattimento del tetto (foto di Giulia Goffredi)