omicidio stradale

Tribunale ordinario di Bologna settore penale (Foto di Ludovica Addarii)
È stato condannato a tre anni di detenzione perché responsabile di omicidio stradale. Rocco Giulio Capria, il camionista, il 27 settembre 2019 davanti allo zuccherificio Coprob di Minerbio (Bologna), investì con il suo camion e uccise il collega Rachid Nfir. La vittima, di origini marocchine, all’epoca dei fatti aveva 51 anni. Capria, residente a Rosarno (Reggio Calabria), per i fatti accaduti era stato inizialmente accusato di omicidio volontario.
Si è concluso così, davanti alla Corte d’Assise di Bologna presieduta dal giudice Piero Luigi di Bari, il processo. L’imputato non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. Anche la famiglia della vittima, dopo il risarcimento ricevuto, non si è costituita parte civile e non era quindi presente.
La pm Mariangela Farneti aveva chiesto, ipotizzando l'omicidio volontario, una pena a 18 anni di reclusione. La difesa, rappresentata dall’avvocata Manuela Amore, ha sempre sostenuto l'ipotesi di un investimento accidentale. Durante l’arringa e durante le repliche, la legale ha chiesto di riqualificare il reato in omicidio stradale, ribadendo che le accuse della Procura sarebbero indimostrabili; dunque, che non ci sarebbe stata intenzionalità nell’atto di Rocco Giulio Capria.
Una versione dei fatti confermata anche dalla sentenza della Corte, che ha deciso di riqualificare l’imputazione. I giudici hanno dunque ritenuto non provata l’intenzione di uccidere, ma comunque responsabile l’imputato per condotta imprudente alla guida. Una decisione favorevole alla difesa che aveva negato la volontarietà dell’atto. E che alla fine ha espresso soddisfazione per la conclusione del processo di primo grado.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, Nfir stava arrivando nel piazzale dello zuccherificio intento a scaricare il camion pieno di barbabietole, operazione già conclusa, invece, dal suo collega. Nfir sarebbe sceso dal camion e poco dopo sarebbe stato travolto dal mezzo di Capria.
Durante l’interrogatorio l’imputato aveva spiegato che si sarebbe trattato di un incidente, dovuto a una distrazione per la presenza di un altro pedone, con cui aveva litigato il giorno prima, e che si sarebbe avvicinato al lato sinistro del camion con in mano un palanchino. Per evitarlo, il camionista avrebbe svoltato a destra non accorgendosi della presenza di Nfir, che procedeva anche lui a piedi verso il camion. Avrebbe comunque tentato di frenare ma senza riuscire a evitare l’investimento.
Rachid Nfir, la vittima, anch’esso residente in Calabria, ha lasciato la moglie e tre figli. Capria finì inizialmente in carcere, poi il Tribunale della Libertà stabilì per lui i domiciliari con l'accusa di omicidio stradale. Attualmente non aveva misure cautelari.