Referendum

Referendum 2025 (foto Ansa)
Emerge un dato sorprendente dall’analisi dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali a Bologna. Quasi un leghista su quattro (ventiquattro per cento), infatti, ha votato Sì al referendum per il reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati. Un risultato che meraviglia, considerando la posizione ufficiale del centrodestra: astensione o voto contrario. In particolare, la Lega è sempre stata tradizionalmente allineata su posizioni contrarie a un allargamento delle tutele nel mondo del lavoro.
Il dato, basato sul confronto tra il voto referendario e i risultati delle scorse elezioni europee 2024, è ancora più interessante se si considera che il resto dell’elettorato del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si è astenuto, mostrando un atteggiamento di distacco o contrarietà verso il quesito, come già preventivabile dalle dichiarazioni dei loro leader nelle settimane precedenti. Gli elettori della Lega, invece, hanno fatto registrare un trend abbastanza diverso, se non proprio curioso, segno che il tema del lavoro tocca corde più profonde tra i suoi sostenitori più fedeli. Soprattutto in territori come l’Emilia-Romagna, dove la cultura operaia e sindacale è ancora radicata, o meglio rossa.
La controprova? Sul quesito riguardante la possibilità di richiedere la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia dopo dieci anni, il voto dei leghisti torna invece a rispecchiare fedelmente la linea del partito. Anche qui circa un leghista su quattro (ventidue per cento) si è recato alle urne, ma ha votato No, mentre la maggioranza ha scelto l’astensione. Una conferma della tradizionale chiusura del partito sui temi legati all’immigrazione, portati avanti da sempre da Matteo Salvini. Ancor più significativi i risultati relativi ad altre due grandi città, Milano e Napoli, dove gli elettori leghisti hanno votato Si in merito al quesito uno rispettivamente al trentanove per cento nella citta meneghina, e addirittura al quarantasei nel capoluogo campano. Sul tema della cittadinanza, invece, gli astenuti hanno raggiunto il sessantaquattro per cento a Milano, mentre a Napoli il cinquantanove.
Dunque, su un tema come il lavoro, capace di evocare una storica sensibilità "sociale" che fu parte del suo Dna nordista, emerge un dissenso di base rispetto alla leadership del proprio frontman. Si tratta di un segnale politico da non sottovalutare, soprattutto per un partito che, nelle ultime tornate elettorali, ha mostrato segnali di affanno nel tenere insieme i suoi elettori.