Medio Oriente

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Le macerie di Gaza (foto Ansa)

 

A Gaza sono stati uccisi decine di palestinesi dall’alba di stamattina. Lo riporta il ministero della Salute palestinese, che solo nella giornata di ieri aveva registrato la morte di 98 persone sotto i pesanti bombardamenti dell’aviazione israeliana. Ma non si muore solo di bombe. La fame e la carenza di medicine hanno ucciso 326 persone dal 2 marzo a oggi. Ieri solo cinque camion hanno distribuito beni di prima necessità alla popolazione della Striscia, nonostante due giorni fa Netanyahu abbia concesso l’ingresso degli aiuti, sospesi da mesi. La durezza delle politiche militari di Israele è oggetto anche di forti critiche in Patria.

L’Onu mette in allerta: «14.000 bambini rischiano di morire di fame nelle prossime 48 ore se non entreranno a Gaza altri aiuti umanitari». Il primo ministro britannico Keir Starmer ha reagito così a una situazione sempre più drammatica: «Non possiamo permettere che la popolazione di Gaza muoia di fame». Gli fa eco la ministra degli Esteri australiana Penny Wong, secondo la quale «il governo israeliano non può consentire che la sofferenza continui».

Mentre l’operazione di terra “Carri di Gedeone” prosegue, con le possibilità di intesa con Hamas sugli ostaggi ormai compromesse e un milione e quattrocentomila palestinesi intrappolati a Rafah, l’Europa minaccia di abbandonare Israele se non interromperà i bombardamenti e il blocco alimentare. L’Italia e la Germania tra le altre, però, si sfilano. L’iniziativa, proposta dai Paesi Bassi, propone la revisione dell’Articolo 2 dell’Accordo di associazione Ue-Israele, firmato nel 1995 ed entrato in vigore nel 2000 per garantire a Tel Aviv tariffe preferenziali e accesso facilitato al mercato europeo. Un interscambio che vale 36 miliardi di euro annui. L’articolo 2 di questo accordo vincola però le parti al “rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”, ed è a questa clausola che si appellano i Paesi Bassi, come avevano già proposto nel 2024 Spagna e Irlanda. Ieri 17 ministri degli esteri su 27, in consiglio “Affari esteri” dell’Unione europea, hanno votato a favore della revisione dell’accordo. «Salvare vite deve essere la nostra massima priorità», ha dichiarato Kaja Kallas, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, dopo la riunione.

Anche se l’Italia ha votato contro la revisione dell’accordo, oggi la Camera ha approvato la mozione di maggioranza su Gaza, che chiede di «sostenere, insieme ai partner europei e internazionali, ogni tentativo di soluzione negoziata tra Israele e i rappresentati palestinesi». Lo stesso documento sottolinea anche la necessità di «lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza».

Intanto Israele rischia di perdere anche gli alleati storici. Il Regno Unito si è allineato all’Ue, sospendendo i negoziati per un accordo di libero scambio con Tel Aviv e imponendo sanzioni ai coloni in Cisgiordania. Anche il Presidente Usa, Donald Trump, è apparso stanco e impaziente nei confronti di Netanyahu. La "Washington Post" ha fatto notare che Trump ha visitato Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar ignorando Israele. Un mutamento di posizione che è parso evidente anche nella scelta di negoziare direttamente con Hamas la liberazione dell’ostaggio americano-israeliano Edan Alexander senza coinvolgere le autorità israeliane. Trump sembra quindi non appoggiare più l’oltranzismo di Netanyahu.

E sul piano del consenso interno la situazione non è più rosea per il primo ministro israeliano. L’ex generale dell’Idf Yair Golan, oggi leader della sinistra israeliana, ha contestato duramente le scelte di Netanyahu. «Ormai uccidiamo bambini per hobby – ha detto – uno Stato sano di mente non fa guerra ai civili».