passante di mezzo

Il traffico sulla tangenziale bolognese (foto Ansa) 

 

«Sul nodo di Bologna incontrerò le istituzioni locali già nei prossimi giorni». Dopo tre giorni di scaramucce e di tira e molla il ministro Matteo Salvini risponde a Regione e Comune sul Passante e promette di avviare il dialogo. La posta in palio è un progetto da 1,45 miliardi i cui costi negli ultimi tempi sono lievitati fino a tre miliardi e che hanno spinto il ministro e Autostrade a dire che quel piano è troppo costoso e deve essere rifatto. Una presa di posizione che ha allarmato le istituzioni locali, tanto più che gli esponenti del centrodestra, nel frattempo, proclamavano il progetto del Passante come «affondato». Dopo due giornate di polemica a distanza, però, ieri il Governo ha accolto la richiesta del territorio di parlarsi, nell'ipotesi di non bloccare l'opera strategica.

Il sindaco Matteo Lepore attende la nuova proposta annunciata dal ministro Matteo Salvini, mentre il presidente della Regione, Michele de Pascale, apre a un confronto tecnico per superare l'impasse. Sullo sfondo, il mondo economico bolognese ribadisce l'urgenza dell'infrastruttura, con il ministero che promette un incontro a breve per risolvere il nodo.

La posizione del Comune di Bologna è di attesa. «Ascolteremo con interesse – ha dichiarato il sindaco Lepore a margine della posa della prima pietra per il nuovo palazzetto della Virtus – l'importante è avere una risposta, mantenere il progetto green, fare in modo che le risorse rimangano sul nostro territorio oltre a non continuare a rimandare il progetto». Lepore ha inoltre preferito non commentare le parole del sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, che aveva annunciato lo stop al progetto per i costi eccessivi. «Ho scoperto che c'è anche un sottosegretario che si chiama Ferrante, ma noi parliamo direttamente con il ministro e con Autostrade per l’Italia».

Più articolata la posizione della Regione. Il presidente Michele de Pascale, ricordando la collaborazione avuta con Salvini per il porto di Ravenna, propone di adottare lo stesso metodo. «Per l'Emilia-Romagna risolvere il tema del nodo di Bologna è centrale, ancor prima che per la competitività economica, per la sicurezza degli uomini e delle donne che tutte le mattine attraversano il territorio. È necessario sedersi a un tavolo, studiare i progetti, assumersi, ognuno, le sue responsabilità e far partire il cantiere». La linea ufficiale della Regione, spiega De Pascale, resta quella di «procedere col progetto approvato nel più breve tempo, visto che è i cantieri sono già stati predisposti. Se il governo e Aspi hanno problemi finanziari, siamo disposti a  discuterne e confrontarci per ridurre i costi senza snaturare gli effetti».

Dal mondo economico arriva un coro unanime a favore dell'opera. «Sono ostinatamente ottimista e convinto che il Passante si farà», afferma il presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, definendo il Passante di mezzo «un'infrastruttura di cui ha bisogno il Paese, oltre a essere assolutamente indispensabile per la fluidità del traffico fieristico». Gli fa eco Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio: «Non è questione di destra o di sinistra, abbiamo bisogno del Passante».

A chiudere il cerchio, almeno per ora, è una nota dello stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che conferma l'intenzione di Matteo Salvini di invitare al Mit, già nei prossimi giorni, tutti gli interlocutori istituzionali interessati per risolvere il nodo di Bologna e fare il punto sulla mobilità emiliano-romagnola.