Mostre

SIMENON

                                                                                                                          Foto di Nationaal Archief 

 

Un percorso che parte da Liegi per giungere in quel di Parigi: questa l’idea della nuova mostra Otto viaggi di un romanziere incentrata sul lavoro di Georges Simenon che avrà luogo da domani 10 aprile all’8 febbraio 2026 negli spazi della Galleria Modernissimo, nel cuore della città, in Piazza Maggiore.

L’esposizione è curata dal presidente della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e dal figlio dello scrittore belga John Simenon. Non si tratterà, solamente, di un viaggio attraverso lo spazio e i luoghi attraversati dalla narrazione – raccontano i curatori – ma di un viaggio attraverso il tempo, dalla fine dell’Ottocento al Novecento.

Vita straordinaria, quella di Simenon, che si classifica nella lista degli scrittori più prolifici del XX secolo, si parla di 195 testi firmati. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto diversi pseudonimi. «Ogni scrittore ha delle consuetudini, Georges Simenon scriveva un romanzo in ventun giorni, poi andava a donne» dirà di lui il giornalista Enzo Biagi. La mostra, in particolare, approfondirà la parte più affascinante e creativa della vita di Simenon – proseguono i curatori –, gli anni che vanno dal 1903 al 1936, quelli della formazione, dell’esordio, fino al suo diventare scrittore professionista, autore dei grandi “romanzi duri” e di Maigret.

La critica letteraria è sempre stata indecisa riguardo a una sua possibile classificazione, tanto che, benché la produzione poliziesca di Simenon riguardi una parte relativamente minoritaria della sua opera, egli è ricordato per lo più come un prolifico autore di romanzi gialli. Di lui Anna Soncini, professoressa di letteratura francese all’Unibo dice: «quello che vedo di importante in Simenon e nel bagaglio culturale che lascerà ai posteri è la volontà di mettere in gioco una società che non giudica ma che capisce le motivazioni dei singoli». I lettori sembrano, però, ancora apprezzare notevolmente la sua opera letteraria; la mostra sotto le Due Torri gli rende omaggio a quarant’anni esatti di distanza dal primo volume di Simenon edito in Italia, Lettera a mia madre, pubblicato da Adelphi nell’aprile del 1985. Georges Simenon era un uomo colto che si faceva comprendere dalle persone semplici, e in questo, si può dire, si racchiudeva la sua genialità. «Nella sua scrittura era attento ai dettagli perché i dettagli rivelano il carattere. La sua scrittura è difficile da imitare e questo lo rende un unicum» conclude Anna Soncini.

Georges Simenon Otto viaggi di un romanziere si comporrà di materiali rari e spesso inediti, riuniti assieme per la prima volta, provenienti da oltre dieci archivi pubblici e privati: manoscritti e dattiloscritti originali dei romanzi più celebri, oggetti del “rito” della scrittura simenoniana (i calendari, le leggendarie “buste gialle” contenenti lo scheletro dei romanzi, le pipe, le matite). Il racconto visivo sarà invece affidato a centinaia di fotografie, con una selezione inedita delle migliaia di foto scattate in viaggio dallo stesso Simenon negli anni Trenta quando insieme alla prima moglie Règine Renchon intraprende lunghi viaggi per il mondo.