Bologna fc 1909

Nell'immagine, da sinistra, l'assessora comunale allo sport Roberta Li Calzi, Joey Saputo, il presidente della Fondazione Bologna Welcome Daniele Ravaglia e la delegata per l'impegno pubblico Alma Mater Studiorum Maria Letizia Guerra. Foto di Riccardo Ruggeri
«Dico sempre che ogni anno dobbiamo fare meglio di quello passato. Riuscissimo a ripeterci sarebbe incredibile: se porteremo la squadra in un campionato europeo, che sia Champions o Europa League o altro, beh, quello è il nostro nuovo destino». Con la premiazione del 14 aprile a Palazzo D’Accursio, il presidente del Bologna Joey Saputo è ufficialmente diventato “Bologna Ambassador” e, ora che il club ha raggiunto una nuova dimensione con la sua gestione, non si nasconde più: «Quando arrivammo come obiettivo avevamo quello di salvarci, di superare quota 40 punti: adesso credo che gli obiettivi siano un pochino più alti».
Il progetto "Bologna Ambassador" è un’iniziativa promossa dal “Bologna Convention Bureau” che si rivolge a personalità di spicco del mondo accademico, medico, professionale, scientifico, imprenditoriale e istituzionale della città, interessate a promuovere Bologna come sede di un futuro evento congressuale o di altra tipologia. I premiati, che vengono insigniti di questo titolo nella cornice di Cappella Farnese a Palazzo D’Accursio, possono farsi portavoce della città nel mondo grazie alla loro rete di rapporti nazionali e internazionali e al loro prestigio. Con l’edizione di quest’anno Bologna può contare su ben 99 ambassador, tra i quali spicca proprio il presidente Saputo, fresco di premiazione. «Quando il Comune mi diede la cittadinanza onoraria, beh, si trattava di qualcosa di personale. Ma stavolta questo premio non è per me, bensì per tutta la società, perché il lavoro fatto è quello di tutti, non solo dei giocatori sul campo ma di tutte le persone che lavorano dietro. Siamo una famiglia».
Interrogato su quale aspetto di Bologna avrebbe diffuso nel mondo, Saputo ha risposto: «Bologna è cibo, è tutto bello, diciamo che all’inizio c’è stata l’idea di riportare la società in alto, di conquistare il rispetto della nostra società fuori e dentro al campo. All’inizio, poi, c’erano tante pressioni quando sono arrivato e ai tifosi ho chiesto tempo perché avremmo lavorato per portare la squadra in alto ed è successo».
Oggi Joey Saputo non è soltanto un presidente: è il simbolo di un’idea che ha preso forma, di un sogno che ha messo radici e si è trasformato in progetto concreto. Da una salvezza sofferta a un’Europa possibile, il Bologna ha trovato una nuova dimensione. E ora guarda al futuro con fierezza, ambizione e identità ritrovata.