Ferocia social

Neppure la morte e il lutto di una moglie, un figlio piccolo, i colleghi e i pazienti, sono bastati come freno contro l’odio e il dileggio dei social. Poco dopo la diffusione sui giornali della notizia della scomparsa del primario di otorinolaringoiatria del Sant’Orsola Gabriele Molteni, forte sostenitore delle campagne vaccinali durante la pandemia da Covid-19, i post del suo profilo Facebook sono stati invasi da tanti commenti durissimi di anti-vaccinisti: “Idiota”, “Stolto con la laurea”, “Della sua morte non ce ne frega niente”, si legge, tra l'altro, ovviamente in mezzo anche a commenti di cordoglio. Ecco di seguito alcuni esempi.
Alcuni dei commenti sotto i post di Molteni nella foto di Michelangelo Ballardini
Sono emersi dalle loro trincee ideologiche in disuso dopo una guerra evidentemente persa. Come quei soldati nipponici in alcune isole sperdute dell'Oceano Pacifico, che non sapendo che la guerra fosse finita con la resa del Giappone, hanno continuato per anni a combattere una battaglia inesistente per una causa persa. Quei no vax ancora oggi convinti che chiunque si sia sottoposto alle dosi del vaccino anti-covid dalla fine del 2020 abbia in corpo una bomba a orologeria, che prima o poi lo ucciderà. O che dietro ci fossero non meglio precisati poteri forti, che il virus non esistesse, che le ambulanze a sirene spiegate per le città deserte girassero per messinscena, che le bare dei morti nelle terapie intensive fossero vuote, che gli stati fossero divenuti spietate dittature desiderose di decimare i propri cittadini con iniezioni letali. Molteni un male dentro lo aveva davvero, un tumore diagnosticato un anno fa e che non si è riusciti a curare. Ma la realtà non entra nelle orecchie del peggior sordo, quello che non vuol sentire. Per un anti-vaccinista, che una persona muoia a cent'anni nel suo letto o a 45 per un cancro, se si era vaccinato è vittima del siero. Esempi da manuale del pregiudizio di conferma, il fenomeno cognitivo per cui le persone non escono dall’ambito limitato delle loro convinzioni, tentando di far rientrare all'interno di esse qualsiasi situazione incontrino. Il tutto insaporito da quell’odio sociale, che si esprime nella denigrazione dei successi accademici e lavorativi altrui: una colpa di Molteni pare fosse quella di avere una laurea, etichetta che ti identifica come un teorico che della vita vera non ha capito nulla.
L'accanimento di alcuni è sconcertante: hanno commentato con insulti e sfottò ogni post pubblicato sul suo profilo dal medico negli ultimi quattro anni, qualunque fosse l’argomento. Ora tutto il materiale sta venendo raccolto dalla polizia postale, che potrebbe avviare indagini contro gli autori per istigazione all'odio o diffamazione. Sono stati colpiti da schizzi dell’onda di fango anche alcuni parenti e colleghi di Molteni. Il 45enne di Sassuolo, laureatosi in medicina all’università di Modena e Reggio-Emilia, era diventato primario in otorinolaringoiatria al Sant’Orsola nel 2023, succedendo al suo mentore Livio Presutti.