intervista
Luca Cordero di Montezemolo (foto di Sofia Pellicciotti)
«Io vedo oggi una politica molto concentrata sul giorno per giorno, manca la visione sul futuro e, quindi, la programmazione. I temi che vengono affrontati sono lontani dall’esigenza delle persone, bisogna tornare a parlare dei veri problemi dell’Italia come il sempre più ampio divario fra ricchi e poveri». Così Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Ferrari, Fiat e Confindustria, in un’intervista esclusiva per “InCronac@” commenta la legge di bilancio per il 2026, aggiungendo che in Italia «non si è mai vista una manovra finanziaria considerata sufficiente, sono state tutte criticate». Disuguaglianza, sanità scadente e deindustrializzazione sono i tre temi centrali di cui, secondo il fondatore di Italo, si dovrebbe occupare la politica.
«Oggi l’Italia non è neanche tra i primi sette paesi in Europa nel settore dell’automotive - sottolinea il cofondatore di Itabus - abbiamo perso i grandi marchi come Lancia, Alfa Romeo e Maserati e abbiamo subito una deindustrializzazione che coinvolge tutta la filiera: con Iveco abbiamo perso camion e autobus, con Magneti Marelli l'elettronica, poi abbiamo ceduto i trattori». Le critiche di Montezemolo non risparmiano neanche i sindacati: «Quando ero alla Fiat Landini parlava ogni giorno davanti agli stabilimenti, oggi i sindacati, che scendono in piazza per Gaza - e va bene, ma forse andrebbe fatto anche per l'Ucraina - non dicono nulla sul fatto che non c'è più una vera industria automobilistica in Italia».
Nell’intervista si è parlato anche di Ferrari e di Formula 1, che Montezemolo confessa di continuare a seguire «anche se mi ha fatto rompere qualche televisore».
Nell'intervista integrale, che verrà pubblicata la prossima settimana sul Quindici, Montezemolo parla del suo passato in Ferrari ricordando Lauda, Schumacher, il suo mentore Enzo Ferrari e il rapporto con Sergio Marchionne. Tra i temi toccati anche il burrascoso inizio di Italo, azienda privata ora al primo posto in Europa per numero di passeggeri, e Bologna: «Nonostante io ritenga che questa città abbia bisogno di spingere sull’acceleratore dell’innovazione, tornare qui mi fa sempre stare di buon umore»