arte
Michelangelo insieme a papa Giulio II, quadro di Anastasio Fontebuoni (foto di Michelangelo Ballardini)
C’è stato un periodo in cui, per sedici mesi, Michelangelo firmava le sue lettere al fratello così: “Michelangelo Buonarroti, scultore in Bologna”. Furono due i soggiorni bolognesi del genio rinascimentale, raccontati nella mostra “Michelangelo e Bologna” a Palazzo Fava nel 550° anniversario dalla nascita dell’artista. Sei stanze, ognuna una sezione, che ricostruiscono attraverso oltre cinquanta opere, documenti storici e calchi le vicende del genio di Caprese (Arezzo) in città. Dal clima artistico che trovò al mecenatismo della famiglia Aldrovandi, dalle ispirazioni raccolte in gioventù alle difficoltà trovate nel secondo viaggio sotto papa Giulio II. Pezzo forte della mostra è l’originale "Madonna della Scala", bassorilievo in marmo scolpito intorno al 1490 quando aveva soli quindici anni, autentico simbolo del talento michelangiolesco.
L’esposizione apre domani, 14 novembre, e sarà visitabile fino al 15 febbraio 2026, coinvolgendo non solo Palazzo Fava ma anche gli altri luoghi significativi per Michelangelo sotto le due Torri. Un itinerario che si snoda attraverso le molte chiese che visitò diciannovenne, San Petronio, Santa Maria della Vita, San Francesco dove vide rispettivamente le sculture di Jacopo della Quercia, le terrecotte policrome raffiguranti il "Compianto del Cristo Morto" di Niccolò dell’Arca, le architetture gotiche dei mausolei dei glossatori. Prosegue poi ovviamente nella Basilica di San Domenico, dove Michelangelo realizzò tre statue per l’Arca iniziata da Nicola Pisano, e arriva in Piazza Galvani dove era situato il cantiere dello scultore in cui produsse la statua bronzea di papa Giulio II. Infine quattro luoghi per conoscere meglio il contesto che Bologna viveva in quelle epoche: il Museo civico medievale, l’Oratorio di Santa Cecilia, la Pinacoteca nazionale e il Museo della storia di Bologna di Palazzo Pepoli.
«Questa mostra non è solo una raccolta d’arte, è un evento che coinvolge la città attraverso un pezzo della sua storia. La collaborazione fra musei e privati è stata proficua, così come la definizione delle iniziative per i più giovani», spiega Renzo Servadei, amministratore unico di "Genus Bononiae" che gestisce il polo museale di cui è parte Palazzo Fava. Tutte le informazioni su visite guidate, laboratori per i più piccoli, orari della mostra e biglietti sono consultabili qui. Il lavoro di raccolta e allestimento è stato svolto da Opera Laboratori, promosso dalla Cassa di Risparmio di Bologna col sostegno di Intesa San Paolo. I curatori sono Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, presidente e direttore della fondazione Casa Buonarroti.

La Madonna della Scala, opera di un giovanissimo Michelangelo (foto di Michelangelo Ballardini)