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Virginio Merola (foto Ansa)

 

Virginio Merola, ex sindaco di Bologna, senatore del Pd, Enrico Di Stasi lo conosce bene. L’aveva riconfermato lui a Palazzo d’Accursio, non più nelle vesti di segretario particolare, ma di anima propulsiva del Gabinetto del primo cittadino, con un importante ruolo di supporto nelle politiche di sicurezza urbana, protezione civile, politiche per il commercio, legalità, sport e raccordo istituzionale.

«Sono contento della sua candidatura. Di Stasi durante il mio mandato è cresciuto molto e si merita di guidare la segreteria provinciale del partito», dice Merola a InCronac@, che poche giorni fa a Repubblica aveva apprezzato la non ricandidatura dell’ex segretaria Federica Mazzoni, sottolineando, però, che «le scelte sono unitarie se si basano su una discussione aperta e di merito, non si può fare una vera unità solo grazie a passi indietro».

 

Dopo lo scontro tra l’ala progressista e i riformisti del partito, un accordo che cerca di trovare il giusto punto di mediazione. Un candidato unico, insomma.

«Io preferirei definirlo un candidato unitario, che dimostra appunto la convergenza delle idee all’interno del partito».

 

Chiamiamolo pure candidato unitario, ma la sostanza non cambia. I circoli saranno chiamati a dare solo l’investitura formale a Di Stasi, non faranno una scelta tra diversi candidati. Qual è il senso di fondo di questo iter?

«Lo statuto del partito prevede che i circoli si esprimano comunque. E attenzione. Stiamo parlando di iscritti, non di tutti i cittadini, sennò ci troveremmo di fronte a delle primarie ed è chiaro che il candidato unitario non sarebbe ammissibile».

 

Quindi l’alternativa che hanno gli iscritti ai circoli è andare a “votare” Di Stasi o non esprimersi?

 «Mettiamola così, ma non è comunque scontato questo passaggio attraverso la voce dei circoli. È pur sempre un segno e un’espressione di democraticità».

 

Sulla questione dei troppi incarichi che riveste Di Stasi lei cosa ne pensa?

«È chiaro che una scelta deve essere fatta. Io credo che l’impegno nella segreteria di un partito sia importante e impegnativo. Ed è fondamentale avere tutto il tempo necessario per lavorare nel migliore dei modi».

 

Quali sono le prime sfide che a livello provinciale Di Stasi dovrà affrontare?

«Sono tante. C’è molto da lavorare, soprattutto sulla dimensione organizzativa del partito, a partire dal riassetto dei circoli locali. A livello provinciale e regionale si parte da qui. Poi si vedrà».