Il Rapporto

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«L’industria cala del 3% e il Pil cresce dello 0,4%», un rapporto annuale dai segnali preoccupanti quello presentato oggi da Banca d’Italia sull’economia dell’Emilia-Romagna, nella sede bolognese dell’istituto. Risultati che non sorprendono data la riduzione dell’export, in perdita del 2,1% in termini reali, come risposta al calo della domanda estera. In flessione tutti i settori, eccetto farmaceutica, alimentare e automotive. A trainare la Motor Valley sono infatti le tre case automobilistiche: Lamborghini, Ducati e Ferrari, tre marchi forti che reggono alla tempesta sull'industria automobilistica. In generale pesa la forte la dipendenza dal mercato statunitense, con vendite oltreoceano che pesano per il 12,5% sul totale, con punte molto alte per farmaceutica e automotive che registrano vendite in America del 32% e 26%.
Il rapporto di Bankitalia segnala mostrano un complessivo indebolimento del sistema produttivo regionale, soprattutto se confrontato con quello nazionale, dove la ricchezza prodotta aumenta dello 0,7%. E il peggio è che il quadro negativo rischia di estendersi anche al 2025 per le tensioni sul piano geopolitico mondiale e le restrizioni commerciali introdotte dall’amministrazione Trump. Gli indicatori disponibili non mostrano nessun recupero per il primo trimestre dell’anno in corso.
Nonostante le prospettive non siano rosee, tuttavia, il sistema tiene e presenta alcuni settori traino. Se l’industria cala, con segni meno più accentuati per moda, metallurgia e meccanica, crescono invece agricoltura, costruzioni e servizi.
Per il comparto agricolo il valore aggiunto è aumentato, recuperando parte della contrazione registrata per effetto delle alluvioni di maggio 2023. Le costruzioni beneficiano ancora dell’effetto propulsivo del Pnrr, che ha agevolato, in particolare, le imprese di grandi dimensioni. Il valore aggiunto e le ore lavorate sono aumentati rispettivamente dell’1,6% e 1,8%. Nei servizi, in crescita dello 0,8 %. Il turismo spicca con un aumento delle presenze estere del 3,6%. Andamento opposto per il commercio al dettaglio tradizionale e la manifattura, con calo degli investimenti.
Sul fronte lavoratori, cresce dello 0,5% la quota di occupati, contro l’1,5% della media nazionale e in rallentamento rispetto all'anno precedente (1,1%), mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 4,3%. A crescere però sono soltanto i posti di lavoro occupati da maschi.
Le famiglie vedono i propri redditi aumentare dell’1% a prezzi costanti grazie alla riduzione dell'inflazione, ferma all’1%, in linea con il dato nazionale. Continua però il rallentamento dei consumi, con un minuscolo +0,3%.
Nel complesso, il regional innovation scoreboard della Commissione europea, colloca l’Emilia-Romagna fra le regioni italiane a maggior capacità innovativa e digitalizzazione, tuttavia non ha ancora colmato il divario con i paesi come la Germania.