Accoglienza

Antonio Sbordone

Questura di Bologna (foto di Creative Commons)

 

«Auspichiamo una soluzione per i nove migranti di Malalbergo». Il Questore di Bologna, Antonio Sbordone risponde sull’allontanamento delle persone dal centro denunciato ieri al sit-in in Piazza del Nettuno, dove erano presenti anche alcune associazioni. Un paradosso quello dei migranti che, una volta in possesso dei requisiti per accedere alle fasi successive dell’accoglienza, si trova invece in strada con un preavviso di soli tre giorni. Il motivo che ha spinto la Prefettura di Bologna a prendere questo provvedimento è una questione di capienza. Le strutture in questione sono il primo passo verso l’integrazione e tutti ne hanno diritto. Ecco perché una volta ottenuto il permesso di soggiorno e la protezione sussidiarietà i centri devono essere sgomberati in vista degli arrivi di giugno.

Un caso quello di Malalbergo che non è isolato e che trova mette le persone migranti alle strette. Non parlano l’italiano e non hanno un lavoro, per nessuno di loro è stato avviata una vera procedura d’inserimento, che costituisce la seconda fase dell’accoglienza. Il rischio è che finiscano per strada. La strana vicenda però ha radici più profonde. Ecco spiegato il timore di essere lasciati indietro e della resistenza che i nove migranti stanno facendo all’interno dei Cas insieme alle associazioni. È, infatti, proprio sulla seconda fase dell’accoglienza che insiste Sbordone, concludendo con una nota a margine della conferenza stampa di questa mattina: «Vogliamo un’integrazione che sia reale e su questo la Questura si sta già attivando».