kermesse

Una performance al festival (Foto Ansa)

 

«Il vero terreno di sfida politico del futuro è quello culturale, mi sembra chiaro». Non ha dubbi Giovanni Boccia, il presidente dell’associazione Santarcangelo che oggi, al Mambo di Bologna, ha da subito fatto capire il clima che avrà la cinquantacinquesima edizione del Santarcangelo festival. Il Museo bolognese ha ospitato, infatti, la conferenza stampa di inaugurazione della manifestazione artistica romagnola che dal 4 al 13 luglio coinvolgerà i comuni di Santarcangelo di Romagna, Rimini e Longiano, proponendo arte moderna e performativa rivolta al futuro. Per i dieci giorni della rassegna il borgo medievale diventerà una “città-festival”. 140 proposte artistiche e 9 dj set, per offrire spunti di riflessione e momenti di svago musicale. Il luogo espositivo principale sarà la piazza principale di Santarcangelo, Piazza Ganganelli, affiancato dagli spazi delle ex-corderie, a pochi minuti dal borgo. Sarà il balletto, con le coreografie  dalla francese Maud Blandel, a dare il via al festival, mentre per il terzo anno consecutivo ci saranno anche delle performance provenienti dall’istituto Adam Mickiewicz di Varsavia, in nome della cooperazione culturale internazionale.
Tra gli enti patrocinanti l’unione europea, i comuni coinvolti e il Ministero della cultura, oltre che la regione Emilia-Romagna. Significative le rassicurazioni di Gianni Cottafavi, dirigente responsabile del settore attività culturale, economia della cultura e giovani della Regione Emilia-Romagna su quest’ultime due entità. «Quest’anno la fase di valutazione del patrocinio dei festival culturali coincide sia per il governo che per la regione. Ma voglio confermare che per noi questo evento rimane importante. La Regione riconferma sicuramente il suo sostegno al Santarcangelo festival», ha commentato.

«Il nostro sarà un presidio culturale e politico, per la cittadinanza democratica», aggiunge Boccia. Concorda con lui Cottafavi. «Dobbiamo usare la cultura come uno strumento di lettura della realtà, quindi non è solo uno strumento di intrattenimento, ma anche di comprensione». Come scritto dallo stesso Boccia nella lettera di presentazione, le “Arti performative non sono come ornamento del reale, ma atto radicale di immaginazione”, per presentare un festival di forte denuncia politica e sociale, per riportare la cultura al centro del dibattito pubblico. Il tutto espresso da “Not yet”, non ancora, lo slogan che accompagnerà la rassegna. A deciderlo Tomasz Kirénczuk, direttore artistico polacco arrivato ormai alla sua quarta edizione: «Not yet è un momento di transizione, sospeso tra un momento di paura, segregazione e esclusione e uno di consapevolezza e di resistenza. Non è espressione di rassegnazione ma un atto di speranza e immaginazione politica».

Info: www.santarcangelofestival.com