Violenza
La vicesindaca Emily Clancy (foto Dire)
Le donne vittime di violenza avranno una nuova casa. Anche loro, dopotutto, hanno bisogno di un posto più sicuro in cui andare, lontano dagli abusi che hanno subito, e grazie a una nuova delibera di giunta assunta ieri sarà realtà. Emily Clancy, vicesindaca con delega alle politiche abitative, ne ha parlato durante “Empatica”, il festival dell’onlus Mondodonna, che già ha assistito in passato le donne con percorsi antiviolenza.
«Ieri abbiamo prodotto una delibera di due appartamenti nuovi del Comune di Bologna messi a coprogettazione – ha detto Clancy – per i Centri antiviolenza del territorio, e intesi anche come casa rifugio. Uno l'abbiamo candidato al bando regionale per ristrutturarlo, e adesso parte nel vivo la coprogettazione col Centro antiviolenza per capire come usare entrambi gli alloggi nello specifico».
Attraverso questo percorso, sarà possibile calibrare gli alloggi affinché soddisfino le esigenze specifiche delle loro future inquiline. «Donne con figli adolescenti possono avere esigenze specifiche che sfuggono ai servizi di accoglienza, ad esempio non possono vivere in una stanza di una casa rifugio, per questo è importante valutare le necessità più complesse», ha specificato la vicesindaca.
Mondodonna e Acer, inoltre, metteranno a disposizione tre alloggi temporanei come “accompagnamento all’abitare” a favore di donne in uscita dai percorsi anti violenza. Per ora, due sono occupati, mentre il terzo sarà disponibile dall’anno prossimo. Marco Bertuzzi, presidente di Acer Bologna, sostiene con convinzione le potenzialità di questi alloggi: «Di fronte alla complessità dell'abitare oggi è una goccia nel mare, ma possiamo dire che l'esperimento ha funzionato. Sottolineo che si tratta di case libere da barriere architettoniche, quindi utili anche per donne con disabilità».