ALLUVIONI

Da sinistra: Elina Badram, direttrice Climate Resilience and Information Management della Commissione Europea, Michele De Pascale e Matteo Lepore (foto di Nicola Ialacqua)
«C’è un clima di fattiva collaborazione col Governo, ma sulla strategia a lungo termine non ci siamo». È questo il giudizio di Michele De Pascale, presidente della regione Emilia-Romagna, sulle azioni del consiglio dei Ministri in merito alla gestione degli eventi alluvionali. La valutazione arriva a margine del Mediterranean Forum for the EU Mission on Adaptation to Climate Change, evento co-organizzato da Commissione europea, regione e comune di Bologna svoltosi questa mattina al Dama Tecnopolo.
«Il nostro territorio è molto fragile: l’Appennino ha una tendenza naturale ai fenomeni franosi e la nostra pianura è di natura alluvionale, per non parlare dell’annoso problema dell’ingressione marina - ha sottolineato De Pascale - ma quello che è accaduto sul nostro territorio negli ultimi anni ed è evidente a tutti, è che per frequenza e per violenza, gli eventi climatici recenti non hanno nulla a che fare con quello che abbiamo conosciuto nella nostra storia». È proprio a causa di questa fragilità insita nel territorio regionale che, per il presidente dell’Emilia-Romagna, la priorità devono essere gli investimenti sull’adattamento dei cambiamenti climatici.
È qui che De Pascale scaglia la prima critica al Governo. «Non è cambiato nulla in questi anni rispetto ai finanziamenti nazionali ed internazionali, continuiamo ad avere sempre le stesse fonti di finanziamento che c’erano prima. È come se le alluvioni, sul versante delle opere straordinarie, non ci fossero mai state». Il presidente della regione, inoltre, non si risparmia neanche sull’Europa, le cui politiche oggi «viaggiano di fatto in una solitudine assoluta del pianeta e questo sta mettendo drammaticamente in crisi la manifattura europea». La Regione non vuole però avere un ruolo passivo: «Vogliamo sia fare pressing sul nostro governo e sull’Europa che essere proattivi insieme agli altri territori». È in questo scenario che si inserisce il nuovo piano regionale di adattamento, un progetto che servirà per aggiornare i documenti in base alle più recenti ricerche scientifiche e tecniche.
L’altra priorità è, invece, il rapporto fra transizione ecologica e competitività produttiva: «Vogliamo essere protagonisti nella discussione anche per il nuovo Green deal», sottolinea il presidente della regione. «Diciamo dall'Emilia-Romagna che l'Europa vuole essere il luogo che mostra al mondo, a tutti, come tenere insieme competitività produttiva e riduzione delle emissioni».
De Pascale si ritiene, invece, soddisfatto del decreto alluvioni approvato il 30 aprile scorso dal Consiglio dei ministri, anche se «non è vero che è stato scritto a quattro mani», così come dei rapporti col Governo, al netto di «qualche ministro un po' “giapponese” che ciclicamente continua a fare dichiarazioni che non hanno corrispondenza nei numeri rispetto alle cose che dice».
Torna poi all’attacco sulle azioni di palazzo Chigi: «Il giudizio sulla strategia complessiva è molto negativo». Per il presidente dell’Emilia-Romagna bisognerebbe seguire l’esempio del terremoto nell’Emilia del 2012. «In quella occasione, da un lato si sono riparate le case e i capannoni che erano crollati, dall'altro si sono cambiate le normative sulla sismica, ma non solo per l'Emilia ma per tutta Italia. Ora questa strategia, sinceramente, mi sembra non esserci».
Presente questa mattina anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che ha espresso la sua disponibilità alla collaborazione con Unione Europea e con Meloni sul tema dell’adattamento climatico. «Con il presidente della regione abbiamo deciso di impegnarci in prima fila, a livello europeo, perché abbiamo bisogno che l'Ue investa sull'adattamento climatico». «Fino a dicembre sarò impegnato nella scrittura di un parere per il comitato delle Regioni proprio sul piano di adattamento climatico della Commissione europea, in pubblicazione nel 2026», ha concluso Lepore. «Da oggi iniziamo a lavorare, chiedendo che la Commissione produca nuove iniziative e preveda nuovi fondi»