Musica

Cesare Cremonini a Bologna il 20 giugno (foto concessa dall'ufficio stampa)
I fan in delirio che riempiono gli spalti e il prato del Dall'Ara accolgono un Cremonini in gran forma, re di un palcoscenico che occupa tutta la curva dello stadio, una passerella che si tuffa tra gli abbracci virtuali del pubblico. Un pubblico caloroso e perennemente con le mani alzate, partecipe tra quei balli accennati sulle note delle canzoni più movimentate. Uno show imponente e una produzione che non ha badato a spese per luci, led wall, effetti speciali, fuochi artificiali e un pianoforte avveniristico che, come per magia, emerge da una botola e riporta, con i suoi accordi, alle atmosfere più intimistiche del cantautore. "Le sei e ventisei", "Acrobati", "Vieni a vedere perché". E poi i duetti a distanza con Jovanotti ed Elisa, hit che hanno scalato le classifiche come "Dicono di me", "Lost in the weekend", "Mondo". Un impianto audio ben calibrato che rende giustizia alla voce di Cremonini, alla band (che pure fa ampio uso di sequenze) e ai coristi. Uno spettacolo che rappresenta quella riscossa degli eterni adoloscenti che di invecchiare non ne vogliono proprio sapere. Un'energia che contagia chi è sopra e chi è sotto il palco, consapevolmente protagonisti di un'atmosfera anni ’90 da cornetto Algida fiordipanna e granellina di nocciola in riviera romagnola, ma forse proprio per questo così autentici e spontanei. L'apoteosi si raggiunge con le indimenticabili "50 Special", "Marmellata #25" e "Poetica" che lasciano lo spazio a un gran finale cantato da un coro di 40.000 di tutte le generazioni, che magari «non vogliono essere Robin», ma che, in fin dei conti, sempre sperano in "Un giorno migliore".