Lavoro

Confindustria, presentazione del progetto "Se Scappi, Ti Assumo" (foto di Federica Cecchi)

 

L’obiettivo è chiaro: inserire in azienda 250 migranti ospitati nei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) dell’Emilia-Romagna.. Entra nella fase operativa il progetto di Confindustria Emilia “Se Scappi, ti Assumo”, lanciato il 16 settembre, che vuole trasformare il sistema dell’accoglienza in un percorso di inclusione lavorativa. L’iniziativa, realizzata insieme a Seneca Impresa Sociale e Arca di Noè, durerà dodici mesi e accompagnerà i partecipanti dalla selezione alla formazione linguistica e civica, fino ai corsi per sviluppare competenze tecniche spendibili nel mercato del lavoro. Lo stato dei lavori è stato illustrato oggi in una conferenza stampa nella sede di Confindustria Emilia dalla presidente, Sonia Bonfiglioli, e dal vicepresidente della Regione e assessore al Lavoro, Vincenzo Colla.

Nei primi due mesi Confindustria ha incontrato 74 persone, 36 delle quali hanno aderito al percorso. I partecipanti, tutti in possesso di permesso di soggiorno, sono stati successivamente seguiti da job specialist che hanno lavorato con loro sul bilancio delle competenze e sulla costruzione del curriculum. Oggi dieci candidati sono pronti al colloquio con le imprese e all’ingresso in azienda. «Abbiamo centinaia di ragazzi che arrivano continuamente e se non riusciamo a dargli un futuro il rischio è che diventi un problema sociale», ha spiegato la presidente di Confindustria Emilia, Sonia Bonfiglioli, sottolineando come il progetto sia già operativo e risponda a un’esigenza reale del territorio.

Solo nel 2025 in Emilia-Romagna sono arrivate 4.290 persone provenienti da 47 nazioni diverse. A Bologna la media settimanale dei nuovi arrivi, tra gennaio e ottobre, è stata di 22 persone; otto a Ferrara e 16 a Modena. Secondi i dati Istat al 1° gennaio 2025 i residenti stranieri erano 123.343 a Bologna, 37.429 a Ferrara e 95.314 a Modena. Una presenza significativa, soprattutto se si considera che il 35% degli ospiti dei Cas ha tra i 18 e i 25 anni. È un bacino giovane, spesso qualificato, ma ancora senza un accesso stabile al lavoro.

Il 16 settembre Confindustria ha incontrato le imprese e, attraverso un sondaggio, sono già stati individuati 174 profili su Bologna e 30 su Modena. Tra questi, dalle aziende emerge l’esigenza di 50 autisti, 33 addetti ai servizi di pulizia, 14 addetti alla produzione e 13 assistenti alla persona. Professioni oggi difficili da coprire, soprattutto nelle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del territorio. «C’è una parte di lavoro molto concreta e manuale che i nostri figli, autoctoni, non sono disposti a fare», ha detto Bonfiglioli, spiegando come la mancanza di manodopera rischi di rallentare la capacità produttiva del sistema industriale locale. Secondo le stime di Confindustria, tra il 2024 e il 2028 serviranno oltre 300 mila nuovi lavoratori.

Il progetto punta non solo a rispondere a questo fabbisogno, ma anche a costruire un nuovo modello di integrazione. È un approccio che l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla, ha definito «una nuova infrastruttura di economia sociale». Aggiungendo: «Provare a immaginare soggetti che arrivano nelle nostre città, che ovviamente hanno situazioni incredibili, e gli viene data una possibilità, penso che sia una grande qualità».

A gennaio partiranno anche sessioni di formazione dedicate alle Risorse umane delle imprese, organizzate insieme a Cgil, Cisl e Uil, per preparare i futuri addetti di questo delicato servizio aziendale a lavorare direttamente con i partecipanti attraverso laboratori condivisi. Un passaggio ulteriore per rendere la collaborazione tra aziende, accoglienza e territorio più solida e strutturata.

“Se Scappi, ti Assumo” nasce così: dall’incontro tra un bisogno urgente di manodopera e la necessità di offrire prospettive reali ai giovani migranti che arrivano in Emilia-Romagna. Un tentativo concreto  e già in movimento che mira a trasformare il percorso migratorio in una possibilità e non in un limbo.