Calcio

Giorgio Comaschi, foto Ansa
Il quarto posto sembrava a portata di mano ma il Bologna, reduce dalla qualificazione alla finale di Coppa Italia 51 anni dopo l’ultimo precedente, ha subito una brusca frenata nella corsa per la Champions nella trasferta di Udine. Ora, la prossima sfida in calendario di domenica contro la Juventus di Tudor che si trova in classifica a +1 sui rossoblù, si preannuncia cruciale: un match che potrebbe riaccendere le speranze per bissare il risultato straordinario della scorsa stagione e rilanciare le ambizioni dei ragazzi di Italiano. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Giorgio Comaschi, giornalista, scrittore e conduttore televisivo che, tra riflessioni sul presente e ricordi di un tifo lungo decenni, racconta a Incronaca, con lucidità e affetto, il suo Bologna.
Che partita è stata Udinese-Bologna?
«È stata una partita molto brutta. Il Bologna non è riuscito a giocare perché è stato sovrastato fisicamente dall’Udinese e non è stato neanche leggero mentalmente per via della pressione che tutti questi risultati positivi hanno portato alla squadra. Nel secondo tempo è riuscito a migliorare e a venir fuori grazie anche all’ottima preparazione atletica ma non è comunque riuscito a trovare il guizzo finale».
Sono stati due punti persi o un punto guadagnato?
«Il risultato è stato giusto. Con questo punto sei riuscito anche a smuovere un po’ la classifica, che è una cosa positiva considerando che in altri casi come questo avresti probabilmente perso. Se sei una grande squadra, però, partite come queste le devi vincere. Non è mai facile, però, basti vedere la Juve che ha perso a Parma o l’Atalanta che ha perso a Lecce. Alla fine è stata una giornata non negativa, se non per lo spettatore che si è dovuto sorbire una partita orrenda».
Nel prossimo turno di campionato il Bologna affronterà la Juventus di Tudor. Che partita sarà e quanto sarà importante per i rossoblù?
«Con la Juve si gioca a calcio ed è meglio perché il Bologna fa le migliori partite contro squadre che giocano rispetto a quelle che si chiudono a riccio e stanno in difesa come l’Udinese. C’è anche il fattore della partita di cartello che darà alla squadra ulteriori stimoli e penso che, se non si faranno trascinare dall’emozione che generano incontri come questi, i ragazzi faranno una gran partita. Per me, però, il Bologna ha già vinto il suo campionato dopo la partita contro l’Inter, dato che sembrava dovesse ottenere molto meno da questa stagione. Per cui, venga quel che venga, spero solo che i calciatori affrontino questa partita con leggerezza».
Cosa significherebbe per lei battere la Juventus?
«Non sono uno di quelli che amano dire “odio la Juventus”, come si faceva con l’Inter negli anni sessanta o che aspettava questa partita solo per poter accogliere Motta con dei fischi. Anzi, per me l’ex allenatore del Bologna non si è nemmeno comportato così male come dicono: se avesse detto in inverno che se ne sarebbe andato a fine stagione, magari non saremmo arrivati in Champions. Vincere questa partita per me significa semplicemente fare 3 punti in più nella corsa alla Champions League e questa ossessione vecchia di dover battere la Juventus che ruba io non ce l’ho».
C’è un Bologna-Juve che ricorda con più piacere?
«Ne ricordo diversi, anche perché ho iniziato a seguire il Bologna già da ragazzino con mio padre negli anni ’60-’70. Gli ultimi Bologna-Juve che ricordo con più piacere sono la vittoria per 2-1 in cui segnò Savoldi nella stagione del 1974/75 e il 3-0 dei ragazzi allora guidati da Carlo Mazzone con le marcature di Paramatti, Signori e Fontolan del 29 novembre 1998. Quello è stato poi l’ultimo grande Bologna prima di questo e devo dire che il gol di Paramatti è un ricordo che conservo con molto piacere».
Qual è l’aneddoto legato al Bologna che le è rimasto di più nel cuore?
«Il gol di Pascutti in tuffo di testa che ha infilato Burgnich contro l’Inter. Fu eccezionale in quel momento la foto di Maurizio Parenti dell’Ansa, a cui stavo vicino durante la partita. Eravamo entrambi ragazzini e lui riuscì a beccare quell’istante fantastico anche se il gol non era fenomenale. Ricordo che anche io feci la stessa foto ma qualche secondo dopo Parenti e non riuscii a cogliere quel momento. Lui poi mi regalò l’originale e ne feci fare un grande quadro che conservo dentro casa».
Chi apprezza di più del Bologna attuale?
«Stimo moltissimo Lorenzo De Silvestri, che ho la fortuna di conoscere e avere come amico. Lui è venuto qui non solo per giocare, dato che ora è quasi a fine carriera, ma per dare una mano a tutti e allo spogliatoio. Penso che per qualsiasi squadra sia una grande fortuna avere uno come lui e credo che il Bologna non se lo farà di certo scappare e gli offrirà un nuovo contratto».