Bologna in coppa Italia

Giorgio Comaschi (foto Ansa)

L’appuntamento più atteso di questa stagione è arrivato. Stasera allo stadio Olimpico Bologna e Milan si contenderanno la Coppa Italia in uno stadio pieno e a forti tinte rossoblù, visto il ben noto esodo dei trentamila tifosi. La squadra di Vincenzo Italiano ha la possibilità di fare la storia, trovando un trofeo che manca dal 1974. Per stemperare la tensione prima di questo grande appuntamento abbiamo chiamato Giorgio Comaschi, giornalista, conduttore e attore bolognese.

Qual è il suo stato d’animo prima del grande appuntamento?

«Fischietto. Per vincere partite come questa, dove la pressione è alta, bisogna essere leggeri. Anche perché poi la tensione sale sempre. Ho mandato un messaggio al capitano del Bologna, Lorenzo De Silvestri. Gli ho scritto: fischiettando. Lui mi ha risposto: saltellando. Una vittoria sarebbe un altro miracolo, il primo il Bologna lo sta facendo giocando questa grande stagione».

Se la partita fosse un’opera teatrale, che genere sarebbe?

«La risposta è scontata. Un giallo, un thriller dal finale imprevedibile dove tutto si ribalta. Nel calcio non si sa mai cosa si pesca, come dice Rafa Benitez: “Il calcio es una mentira”, una menzogna. Credo però che la squadra di Italiano non si snaturerà. Lui è un integralista islamico, non rinuncia alle sue idee, ma con il passare della stagione l’ho apprezzato sempre di più. Resta un dato di fatto che la difesa del Bologna sia a sempre molto alta e che il Milan, per caratteristiche, attacchi molto bene questi spazi. Ogni tanto giocare venti metri più indietro non è una vergogna, ma solo calcio».

Quindi il pronostico?

«Calci di rigore. Non lo auguro ai tifosi, sarebbe molto stressante. Però da appassionato di calcio, che segue lo sport ma non ci soffre, la lotteria dei rigori è sempre uno spettacolo. Sono curioso di vedere come andrà, potrebbe anche finire 1 a 0 o uno scoppiettante 4 a 3. Ne stiamo facendo una questione di vita e di morte, che per lo sport è un’esagerazione. Ma per questa volta, per carità, è sacrosanto».

Cosa augura allora ai trentamila tifosi rossoblù?

«Di godersi Roma, che è una città bellissima. Di fare un giro lungo il Tevere e mangiarsi una buona carbonara. Per la partita poi si vedrà. Anche se capisco come questa per Bologna non sia una semplice finale di Coppa Italia, ma quella di Coppa campioni, del mondo. Penso che la società abbia deciso di puntare sulla Coppa, anche perché tornare in Champions sarebbe un grande traguardo, ma poi dovresti prendere tre o quattro giocatori forti per provare a fare di più nella prossima stagione. Piuttosto penso che anche una semplice Conference league andrebbe bene. Le città dove andare in trasferta sarebbero meno belle, però chissà, forse la Conference la vinci anche».

A proposito di vittorie, lei le ultime le ha viste.

«Lo spareggio scudetto con l’Inter l’ho ascoltato in radio, non ero allo stadio. Ma ho visto le vittorie in Coppa Italia, la prima vinto con Edmondo Fabbri in panchina, la seconda pareggiata in extremis con un rigore di Beppe Savoldi e poi vinta ai rigori. Si può dire, forse, che Roma al Bologna porti fortuna. Ma ripeto, il miracolo questa squadra l’ha già fatto. Stasera sarà quel che sarà».

Come vede il tifo bolognese, lei che ha visto il Bologna cambiare nel tempo. Lo stile del tifoso invece è rimasto uguale?

«Il tifoso bolognese è sempre quello devo dire. Fa finta di incazzarsi, poi va a mangiare la pizza fuori. Ricordo dopo la sconfitta in casa per 4 a 0 contro il Frosinone, nell’anno di Inzaghi. Tutti arrabbiatissimi, fuori ad aspettare l’arrivo del presidente Saputo. Poi una volta uscito, l’umore si è ribaltato e tutti i tifosi si facevano le foto e incitavano il presidente».

Il tifoso però parla sempre molto, le famose chiacchiere da bar. Qual è quella che nel corso del tempo ha sentito più spesso?

«C’è un commento che il tifoso bolognese ha sempre fatto: “Nelle alte sfere non gli va bene che ci sia il Bologna. Il Bologna è scomodo e la società non si fa sentire”. Ovviamente se la serie A e la Lega calcio potessero, farebbero sempre vincere Milan, Inter e Juventus, ma solo per un discorso economico. Sono le tre squadre con più tifosi per tutta Italia e quindi quelle che vendono più biglietti, più magliette e più giornali. Per esempio, se il Napoli vincesse lo scudetto quest’anno, sarebbe una tragedia. Io però non credo nella teoria del complotto».