Emergenza casa

Il presidio in via Nicolò dall'Arca 54, in Bolognina (foto di Alberto Biondi)

 

Quattro tentativi di sfratto e quattro rinvii in via Nicolò dall’Arca 54, nel cuore della Bolognina. Il prossimo sarà il 15 gennaio 2026. Una quarantina di attivisti di Adl Cobas e Labas, già dalle 5:30 di mattina si sono riuniti in presidio, con tanto di bandiere, cartelli con slogan e materassi “da barricata”, sotto la palazzina dove vive Helena, una cittadina del Bangladesh che vive in Italia da 18 anni e abita in quell’appartamento dal 2009. Sulla donna pende uno sfratto esecutivo per i mancati pagamenti di un suo vecchio coinquilino, lei, fanno sapere i collettivi, non ha mai mancato un pagamento. «Abbiamo calcolato che, da quando è entrata in casa, Helena ha pagato circa 100.000 euro di affitto. Restano pochi mesi alla fine del regolare contratto e per la mancanza di dialogo con la proprietà, questa donna rischia di finire in mezzo alla strada – spiega Luca dello sportello per la casa di Cobas – Non vorremmo che le posizioni ideologiche della proprietà passino sopra al diritto all’abitare di Helena. E la sua situazione è emblematica della situazione in tutta la città. Siamo qui per difenderla dai palazzinari e abbiamo chiamato i nostri presidi “contro i padroni della città” perché questi possiedono un patrimonio immobiliare importante e pensano di poter passare sopra a chiunque senza rispettare i diritti».

«Non stiamo parlando di una situazione di vulnerabilità estrema, anzi, Helena ha fatto diverse proposte alla proprietà. Tra queste un piano di rientro del debito. Siamo in presidio per dire che Bologna non è una città che si piega alla speculazione o alla volontà dei palazzinari. Il diritto alla proprietà privata non è un diritto assoluto, può essere sospeso» dice Antonella di Labas. Per una nuova sistemazione, con gli assistenti sociali era stata esplorata anche la via degli alloggi popolari. Una via impossibile per Helena a causa degli orari del suo lavoro e del reddito, troppo alto per poter entrare nelle liste di collocamento. 

Il tentativo di sfratto è avvenuto intorno alle 12:00, quando l’ufficiale giudiziario, due agenti di Polizia e un fabbro si sono presentati in via Nicolò dall’Arca. Sono stati accolti da cori e dopo un colloquio con gli esponenti di Labas e Cobas, l’ufficiale giudiziario ha ritenuto di spostare ancora una volta lo sfratto avvertendo però che «la prossima volta sarà più violento».