sicurezza stradale
La scena dell'incidente in cui ha perso la vita Viola Mazzotti (foto Ansa)
«Un incidente come quello successo ieri (in cui ha perso la vita una ciclista di 23 anni ndr) in alcune città europee non sarebbe potuto succedere, perché lo spazio che le automobili hanno per muoversi è ridotto al minimo indispensabile e la velocità si riduce e diminuiscono gli incidenti». Sara Poluzzi, portavoce del comitato Bologna Città30, a pochi minuti dall’inizio della manifestazione del 26 novembre 2025 per richiedere un intervento urgente e concreto alle istituzioni cittadine, fa chiarezza sui numeri e sugli effetti positivi della riduzione del limite di velocità in alcune zone critiche dell’area urbana, ribadendo la necessità di affrontare una volta per tutte la questione.
Una questione semplice?
«Molto più semplice di quello che si pensa, mi creda. Non dovrebbero morire persone. Questo è quanto».
È innegabile che l’iniziativa Città30 sia stata criticata da tutte le forze politiche. Prima dall’area di centrodestra, contraria alla riduzione del limite di velocità. Oggi dalla sinistra che sembra dire: lo si faccia pure, ma ci si sbrighi, e si aumentino i controlli.
«Io mi baso sui numeri. Il primo anno di applicazione, il 2024, Città30 ha chiuso il bilancio a zero pedoni uccisi, un calo significativo di feriti, di incidentalità generica e di inquinamento. Diciamo che si è convalidata la bontà del nostro modello. Inizialmente le voci critiche erano molte, è vero. Oggi, però, abbiamo confermato che oltre ai risultati appena indicati, la riduzione del limite di velocità non ha inciso sui tempi di attraversamento e sul tempo complessivo di guida. Non c’è un dato, neanche uno, che sia contrario all’efficacia della misura».
Il limite però va fatto rispettare, non bastano i cartelli.
«Certo. La questione di fondo è che nel 2025 è calata drasticamente l’attenzione sul problema. Non ci sono più stati controlli. I dati ufficiali indicano che nell’anno in corso sono state fatte solo sei multe per il superamento del limite dei 30 all'ora. Ecco, è chiaro che in una grande città come Bologna è impossibile che solo sei automobilisti abbiano violato la prescrizione. Poi c’è una campagna di comunicazione che è abbastanza ridicola, con pochi investimenti di danaro e cartelli che spesso non sono ben visibili».
Il 2025 che anno è stato?
«Nel 2025 il programma di Città30 è stato applicato male e i risultati, purtroppo, si sono visti. Nell’anno in corso hanno perso la vita due pedoni e cinque ciclisti. Erano tutti su attraversamenti pedonali o ciclabili e cinque di queste persone si trovavano in zona 50. A giugno del 2024 era stato deliberato che dopo il completamento dei lavori su via Toscana e via Emilia Levante il limite sarebbe sceso a 30. Proprio lì sono morte tre persone».
Città30 ha anche un costo economico non indifferente.
«Guardi, nel 2024 sono stati investiti 24 milioni di euro per l’assestamento delle strade. Ricordiamoci che Bologna non è un paese e sono necessari stanziamenti più consistenti. Ispiriamoci alle città estere, dove ogni incrocio, ogni rotonda, ogni angolo è progettualmente perfetto. I cuscini berlinesi e le curvature delle strade non permettono l’accelerazione e proteggono gli attraversamenti pedonali. Tutto questo costa e va adeguatamente studiato».
Ogni intervento ha un costo rilevante?
«No, ed è proprio qui che bisognerebbe concentrare maggiori energie. Servono tanti interventi piccoli e diffusi. Come gli incroci rialzati che generalmente hanno un costo di realizzazione che si aggira introno ai 10.000 euro. Faccio un’ipotesi. Lei pensi con tre milioni di euro quanti interventi si potrebbero fare e quante strade potrebbero diventare più sicure. Anche le bike line, che non ci sono ancora in tutte le radiali, sono un intervento fondamentale che può essere implementato con un investimento contenuto. Le corsie per le bici restringono la corsia e aumentano la sicurezza soprattutto agli incroci, che è il punto di passaggio più critico. Chi è in auto rallenta, chi è in bici anche. Si arriva tutti insieme e si cerca di convivere pacificamente».
Il Comune come si comporta?
«C’è un dialogo, ma si sta facendo poco. Dal nostro punto di vista è come se stessimo alla finestra a guardare mentre stanno succedendo cose molto gravi. Abbiamo chiesto un incontro con l’assessore Matilde Madrid che è stato poi cancellato e non più riprogrammato. Vogliamo vedere anche gli atti per esaminare al meglio i dati. Proprio oggi il sindaco Matteo Lepore ha confermato che ci saranno nuovi investimenti. Pochi giorni fa aveva detto che i fondi non erano disponibili. Peccato che il cambio di visione sia avvenuto dopo l’ennesima morte sulla strada. Oggi (26 novembre ndr) alla manifestazione chiederemo proprio questo: più impegno e più voglia di cambiare le cose. Peraltro, l'assessore alla mobilità e alle infrastrutture Michele Campaniello proprio oggi ha comunicato di avere avviato il percorso tecnico-amministrativo per valutare l'introduzione dell'obbligo di sensori per l'angolo cieco sui mezzi pesanti. Speriamo in bene».

Sara Poluzzi, portavoce del Comitato Città30 (foto Ansa)