Il Film
Emma Stone, protagonista di Bugonia (foto Ansa)
La specie umana è davvero destinata a una catastrofica fine, oppure è possibile una rinascita? Da questa domanda parte "Bugonia", il nuovo film di Yorgos Lanthimos, remake del sudcoreano "Save the Green Planet!" del 2003, che il regista greco rilegge attraverso la sua lente surreale e disturbante. Teddy (Jesse Plemons) è un uomo ai margini, divorato da teorie complottiste e convinto che la Terra sia stata invasa da alieni sotto sembianze umane. Tra un lavoro monotono in un magazzino e ore trascorse ad ascoltare podcast paranoici, Teddy costruisce un suo mondo parallelo fatto di sospetto, paure e fantasie di controllo. Quando le sue api iniziano a morire, sospetta della potente Fuller (Emma Stone), manager di una multinazionale farmaceutica, che crede una “Andromeda”, un’aliena infiltrata. Con l’aiuto di suo cugino Don (Aidan Delbis), ingenuo e manipolato, Teddy decide di rapire Fuller, dando inizio a un confronto claustrofobico dove verità e follia si confondono. Lanthimos costruisce un duello mentale in cui ciò che sembra delirio potrebbe non esserlo. Il film diventa una parabola sulla paranoia contemporanea. Il titolo richiama un antico mito greco: la nascita delle api dal corpo di un bue morto, simbolo di rinascita e ordine che deriva dal disordine. Le api rappresentano una speranza fragile ma possibile. Il regista alterna tensione e sequenze grottesche, mostrando come le ossessioni possano deformare la realtà. La dinamica tra Teddy e Fuller diventa il centro emotivo, dove anche nei contesti più oscuri emerge empatia. Come sempre nei film di Lanthimos, il finale spiazza e ribalta ogni certezza.