Scommesse

A Palazzo d'Accursio l'edizione 2025 degli Stati generali del gioco d'azzardo patologico (Foto Christian Caporaso)

 

Il gioco è bello quando dura poco. Sembra che Bologna non lo voglia capire. Negli ultimi sei anni l’azzardo complessivo dell’Area Metropolitana è cresciuto del 38%, con un totale raccolto di 2,48 miliardi di euro nel 2024, e del 20,1% nel Comune, con un incasso di 1,044 miliardi. Numeri che preoccupano nonostante si rivelino inferiori rispetto alla crescita media nazionale (42,5%). Uno scenario, quello italiano, che fa scalpore considerato che solo nel 2024 mostra 157 miliardi di raccolta, una cifra che supera ampiamente i 134 miliardi di finanziamento al Servizio Sanitario Nazionale.
«Il gioco on-line - non lo diciamo noi, ma lo dicono le indagini di Libera, lo dice persino la commissione antimafia - è un luogo privilegiato per il riciclaggio di denaro sporco che può provenire da attività economiche in nero, oppure può provenire dalla malavita», compresa quella organizzata, spiega Marzio Covoni, presidente di Federconsumatori, associazione senza scopo di lucro legata alla Cgil, tra i presenti oggi a Palazzo d’Accursio per l'edizione 2025 degli Stati generali del gioco d'azzardo patologico.

Chi credeva che il calo dell’azzardo fisico fosse un segnale positivo ha ragione a metà. È vero, rispetto al 2019 l’uso di sale da gioco, gratta e vinci (e simili) è diminuito del 17,8% nell’area Metropolitana di Bologna e del 21,2% in città; e va dato merito a tal proposito all'applicazione della Legge Regionale in materia di distanziamento, che ha visto chiudere una cinquantina di sale slot in diversi Comuni, tra cui quello bolognese. Nel corso del 2024  tuttavia è stato fatto un passo indietro e anche il gioco in presenza è tornato a crescere, anche se di poco.

In un contesto in cui, sembra comunque che l’azzardo fisico stia perdendo colpi, ad aumentare esponenzialmente sono state invece le scommesse on-line: negli ultimi sei anni il gioco da remoto ha ingrandito il proprio volume del 187% nell'area metropolitana e del 143% in più a Bologna. I dati raccontano una tendenza a salire: nel 2024 il gioco on-line è cresciuto del 19%.

Giulia Sarti, delegata alla legalità democratica e alla lotta alle mafie per Bologna e Città metropolitana, interviene a margine dell’iniziativa di sensibilizzazione e informazione e torna sulla recente divergenza con la Regione in merito alle ultime manovre di governo proprio sul tema affrontato in giornata.

«Serve non tornare indietro ma fare dei passi avanti e non permettere alle Regioni di entrare nel gettito erariale dell'azzardo. Questo è il problema che si sta presentando oggi e che da Bologna denunciamo con forza. È stato approvato un ordine del giorno in consiglio comunale in cui il Comune ha preso posizione contro una modifica che porterebbe sostanzialmente dei danni per la salute pubblica, per i nostri cittadini».
Giulia Sarti si riferisce alla proposta di compartecipazione, senza vincoli di destinazione, al gettito d'imposta sul gioco d'azzardo.

«Sarebbe una manovra, quella del governo, che andrebbe in una direzione preoccupante. Non rientrerebbe nel percorso avviato per contrastare l'azzardo e la lotta che stiamo facendo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso che spesso stanno dietro questi fenomeni».

Tra i moderatori della conferenza di analisi del report anche Massimo Masetti, di Avviso Pubblico, il quale ricorda come dal 2017 «l’azzardopatia è riconosciuta come una dipendenza alla stessa stregua di quelle da sostanze e che il servizio sanitario nazionale prende in carico i giocatori patologici affinché facciano un percorso di disintossicazione come quello dall'alcol».

Ma qual è il problema? Secondo l’ex vicesindaco del Comune di Casalecchio di Reno è «che questa patologia non viene vissuta dalle persone che ne sono affetti come una dipendenza perché chiaramente è del tutto simile nei comportamenti, ma meno debilitante dal punto di vista fisico».
Da non sottovalutare il fenomeno dell'espansione del gioco giovanile, per il quale è stato rilevato che giocano anche quelli che non potrebbero farlo per età. Le scommesse on-line creano dipendenza, in particolare quelle sulle squadre sportive, che generano ogni giorno una nuova fetta di giocatori.

Cosa scaturisce l'attrazione per questo tipo di pratica? Spesso e volentieri ha un livello di payout molto più elevato, cioè la restituzione in premi, rispetto al gioco fisico. Se una slot machine restituisce il 60% il 65% di quello che viene giocato nella stessa, i giochi on-line hanno invece un payout del 95%.
L'anomalia che più di tutte ha attirato l’attenzione nella provincia di Bologna è quella del "Betting Exchange", che la Commissione Nazionale Antimafia segnala come uno dei canali favoriti per il riciclaggio di capitali malavitosi o provenienti da settori economici caratterizzati da forti irregolarità. 

«A eccellere nell’utilizzo di questo tipo di gioco, sulla carta perfettamente legale, sono Calderara di Reno e Zola Predosa, due singoli comuni che coprono l’80% del totale delle puntate». Spiega Masetti: «è dal 2021 che esiste questa situazione. Un'altra caratteristica assolutamente anomala di Zola e Calderara è quella che, in un settore dove mediamente si perde il 5-6% quando si gioca on-line, in quelle aree non c'è rimessa, anzi le vincite superano le perdite».

Per Marzio Govoni non va esclusa la pista dei grandi giocatori professionisti presenti in quelle realtà, i quali spostano la media generale. Ma ci tiene a sottolineare: «Vanno indagati, perché i numeri sono davvero clamorosi, sono davvero importanti e si ripetono di anno in anno».
E poi la riflessione: «In un solo anno la città di Bologna perde 143 milioni di euro in azzardo, l'area metropolitana 333 milioni. Abbiamo fatto dei raffronti: sono 18.000 il reddito di 18.300 lavoratori e lavoratrici a tempo pieno con una buona retribuzione, è come se sparisse il reddito dei lavoratori dipendenti di Casalecchio.
Giusto per fare due calcoli con il ricavato delle perdite si costruirebbero in questa area metropolitana due ospedali moderni da 500 posti letto ogni anno, 20 in 10 anni. Vedete un po' voi».

Ma cosa si può fare per contrastare un fenomeno che è anche una piaga per il nostro Paese? Risponde Massimo Masetti: «I Comuni hanno degli strumenti che possono essere messi in campo: da quelli che sono i regolamenti comunali sul contrasto al gioco d'azzardo patologico alle ordinanze di restrizioni orarie per l'utilizzo delle slot machine e delle videolottery. Ci sono alcuni accorgimenti che sembrano banali, ma non lo sono. Il primo è vietare che nelle rivendite di Lotto, Gratta e Vinci, nelle tabaccherie si espongano i cartelli “Vinti qui xmila euro". Quello genera una propensione al gioco ed è vietabile».

E poi? «Andare nelle sale slot dedicate, quindi noi non parliamo in questo caso di esercizi commerciali come bar e tabacchi, ma parliamo di vere e proprie sale specializzate e non permettergli di oscurare totalmente le vetrine perché il vetro oscurato fa perdere la percezione del tempo al giocatore, che può rimanere nella sua bolla per ore e ore senza rendersene conto», conclude il portavoce nazionale Avviso pubblico per il contrasto al gioco d'azzardo patologico.