Comunali 2027
Galeazzo Bignami (foto Ansa)
«Lepore e la sua giunta continuano a concepire la città come se fosse roba loro, invece dovrebbero governare nell’interesse di tutti». Così il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, il bolognese Galeazzo Bignami, commenta le recenti dichiarazioni del sindaco Matteo Lepore in merito al clima di scontro tra Bologna e Palazzo Chigi, aggiungendo che «la dissociazione mentale dell’amministrazione comunale nei confronti del Governo sta diventando patologica. Non si può dire il giorno prima “stiamo collaborando” e quello dopo “ci stanno attaccando”». Mentre sul candidato civico Alberto Forchielli, «estremista di centro» che mercoledì scorso si è ufficialmente presentato alla cittadinanza ai Magazzini Romagnoli cercando il sostegno del centrodestra, ritiene prematuro pronunciarsi.
Come vi state preparando per le Comunali 2027?
«Con il lavoro condotto da Fratelli d’Italia e dai suoi dirigenti, guidati dal nostro coordinatore Francesco Sassone».
Forchielli è sicuro che l’appoggio del centrodestra arriverà. Cosa risponde?
«Non ci sbilanciamo assolutamente, manca ancora un anno e mezzo alle elezioni. Abbiamo sentito che ha un programma che si rivolge indistintamente a destra e a sinistra. Avremo modo di approfondire».
Di recente Lepore ha dichiarato che «Bologna dà fastidio» al Governo. Come la vede?
«Bologna non è di proprietà né di Lepore, né della sinistra, né della Cgil. Continuano a concepire la città come se fosse roba loro, perseguendo una visione molto appropriativa che non condividiamo per nulla. Il sindaco e la sua giunta non si rendono conto che dovrebbero governare nell’interesse di tutti e non solo di una parte».
Quindi come giudica il rapporto di Bologna con Roma?
«Mi sembra che in realtà l’amministrazione comunale abbia ricevuto molto dal Governo. Non si può dire il giorno prima “stiamo collaborando” e quello dopo “ci stanno attaccando”. Sta diventando una dissociazione mentale patologica. E, in secondo luogo, ci sembrano dichiarazioni fatte più che altro per nascondere l’incapacità amministrativa».
E la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese?
«Siamo stati contrari fin dall’inizio. Sapevamo che era divisiva, così tanto che divide anche il Pd. Mentre queste onorificenze dovrebbero unire nel riconoscimento unanime del valore di una persona. Questa vicenda è emblematica proprio di quella concezione appropriativa di cui parlavo prima. E tutto ciò che non rientra nel loro schema, lo considerano da attaccare».