Alluvione

Il torrente Ravone durante l'alluvione di ottobre 2024 (foto Ansa)

 

 

Il Comune di Bologna mette nero su bianco le sue priorità per la ricostruzione post-alluvione. «La realizzazione di una vasca di laminazione per il torrente Ravone deve essere in cima all'elenco delle opere da finanziare da parte del commissario Fabrizio Curcio e della Regione». L'appello arriva dall'assessore alla Sicurezza idraulica di Palazzo D'Accursio, Daniele Ara, in vista della conversione in legge del decreto che affida all'ex capo della Protezione Civile la responsabilità della gestione post-emergenza 2024, con il presidente della Regione Michele de Pascale come sub-commissario.

«Stiamo entrando nel vivo di una fase dove è possibile programmare interventi di medio-lungo periodo» ha dichiarato Ara. Per evitare future tracimazioni e arrivare a una soluzione definitiva, secondo l’assessore «occorre agire sulla collina. Non ci sono altre possibili soluzioni, dobbiamo trattenere l'acqua. Inoltre, a metà giugno partiranno i lavori di ripristino del solaio in via Montenero e via Zoccoli (dopo gli interventi regionali in via Brizio e via Andrea Costa) e il dialogo con i comitati cittadini, a partire da quello del Ravone, proseguirà».

«Il Comune - chiarisce l'assessore - è pronto a intervenire con proposte tecniche, sia in ambito demaniale, quindi di competenza della Regione, sia in un rapporto con i privati». Per la vasca di laminazione Ara individua un punto sopra a via del Ravone dove le sponde del torrente «sono adatte a uno sbarramento che raccolga l'acqua e la ceda in maniera molto lenta». Si tratta di un intervento. sottolinea, dal costo di «decine di milioni di euro» e che richiede mediamente «dieci anni» per la realizzazione. «Chiediamo che in due o tre anni si riesca a entrare nel vivo del progetto» puntualizza Ara, definendo l'intervento sul Ravone «la madre di tutti gli interventi».

L'assessore conferma inoltre l'attivazione di «una cabina di regia regionale» per il post-alluvione, a cui parteciperanno sindaci o assessori delegati. Parallelamente, Palazzo D'Accursio sta «aggiornando le mappe di rischio idraulico, perché come sappiamo nei decenni scorsi il rischio idraulico non era stato previsto sulla collina e sul centro città. Invece abbiamo visto è molto fragile anche la collina e la città storica». Infine, in Parlamento è stato proposto un emendamento «affinché le risorse possano essere utilizzate anche da consorzi e altri enti che lavorano sul sistema idraulico nella nostra città».