La polemica

Danilo Coppe mentre risponde ai giornalisti durante un'intervista (foto Ansa)

 

La vicenda del corso di filosofia non autorizzato per gli allievi dell'Accademia militare di Modena continua a far discutere. Danilo Coppe ha annunciato la decisione di interrompere la propria collaborazione con l’Università di Bologna, formalizzandola in una lettera di dimissioni definite dallo stesso Coppe «revocabili in caso di retromarcia dell’ateneo».

Geominerario esplosivista con una lunga carriera alle spalle, Coppe ha partecipato, tra l’altro, alle analisi sull’ordigno esploso il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna e ha seguito la demolizione con dinamite dei resti del Ponte Morandi di Genova. Da tredici anni insegnava a contratto nell’ateneo bolognese. Nella sua lettera, ha sottolineato il forte legame con l’università, ricordando il percorso di studi completato all'Alma Mater: «Sono un laureato dell'Università di Bologna e ne sono sempre andato fiero. Ma questa presa di posizione assurda, controproducente e "strategicamente" suicida avallata dai vertici dell'ateneo mi induce a cessare la mia collaborazione come docente a contratto che svolgo da 13 anni».

Coppe ha poi indicato le motivazioni che, a suo avviso, avrebbero portato al rifiuto del corso, collegandole a posizioni personali di alcuni colleghi: «Io capisco - ha scritto tra l'altro - che qualche docente della Facoltà di Filosofia abbia letto più Sun Tzu che Socrate e quindi, animato da "militanza politica", sia dedito all'antimilitarismo in modo cieco e assoluto». Pur distinguendo tra opinioni individuali e decisioni istituzionali, ha espresso il proprio dissenso sul ruolo assunto dalla dirigenza universitaria: «Capisco i limiti del docente/militante politico. Ma non capisco e non giustifico che tale pensiero paradossale sia avvallato dalla dirigenza dell'ateneo. Avrei capito (ma non giustificato) se ad espettorare questo diniego fosse stato un docente di una facoltà scientifica. Ma la filosofia…».

Nella parte finale della lettera, Coppe ha messo in luce il significato dell’insegnamento filosofico e le opportunità perse: «Il docente militante ha contraddetto i principi su cui si dovrebbe fondare il suo insegnamento. Ed ha anche perso un'occasione unica. Attraverso l'insegnamento, convertire il militare a una maggior coscienza di sé e degli altri. Per poterlo eventualmente trasformare in un individuo che rifiuta l'ordine di un superiore se si rende conto che l'ordine è incentrato su una violenza inconciliabile col buonsenso comune».

La vicenda resta aperta, soprattutto in considerazione della possibilità, indicata dallo stesso Coppe, che l’Università di Bologna possa rivedere la propria decisione. Scelta maturata nelle ultime ore, in cui l’Università di Modena e Reggio Emilia ha approvato nel frattempo l’introduzione di un nuovo percorso curricolare a indirizzo filosofico nel corso di laurea in Scienze strategiche del dipartimento di Giurisprudenza, destinato agli allievi ufficiali dell’Accademia Militare di Modena.