Libri

Isa Grassano a Matera, sua città d'origine (foto concessa dall'autrice)

 

«Un rifugio cartaceo che tiene insieme due mondi. Per chi l’inverno lo ama senza riserve e lo aspetta con la stessa trepidazione con cui un bambino si mette in attesa di Babbo Natale. E per chi, come me, non smetterà mai di contare i giorni che mancano al ritorno del caldo, ma ha voglia di provare a scoprire un lato nuovo del freddo». Un rifugio in forma di libro, quello della scrittrice e giornalista di origine lucana e bolognese d'adozione Isa Grassano, che domani, alle 18.30, presenta, allo spazio eventi del Tuday Conad di via Indipendenza 11, il "Book Winter Lover", dopo il successo del precedente volume dedicato all’estate, entrambi pubblicati dalla Giraldi Editore su copertine plastic free attente all’ambiente.

Un libro che si distanzia dai canoni classici di letteratura e di saggistica, di guida turistica e di quaderno. Piuttosto, un taccuino multifunzionale e multiemozionale in cui esprimere i propri pensieri e i propri desideri. Li contiene un po’ tutti, quei generi, nella contaminazione allegra e spensierata di pagine che disegnano, con leggerezza attenta, curiosità su luoghi e persone, quiz per mettere alla prova le proprie conoscenze culturali e di costume.

Consigli di viaggio che diventano la dimensione e la formula adatta per trascorrere le vacanze di Natale attraverso l’immaginazione e il sogno. Brevi racconti che sono piccole gemme preziose che toccano le corde più sensibili della memoria e dei ricordi di un tempo che non c’è più. «Quella risata era la mia infanzia. E di colpo mi rividi bambina, seduta sullo sgabello più alto della cucina, con i piedi che non toccavano terra. La nonna mi aveva affidato un compito importante: rompere le uova per preparare la ciambella». Profumi e atmosfere che riportano alle sensazioni più profonde dell’essere bambini, liberi dai pregiudizi e dalle conformazioni ormai plastiche di una realtà che fa sempre più fatica a sorridere e ad accettare momenti spensierati e leggeri.

Tra una storia e l’altra, una nota di costume e una biografia inaspettata, il "Book Winter Lover" è leggero nel senso più nobile ed elevato del termine, da quel latino levis che oggi diventa lieve, lontano dalla ricercatezza forsennata a tutti i costi, lontano dal suo contrario spesso così osannato. Quella pesantezza che chiude e dischiude nella sua morsa qualsiasi momento di pausa e di riflessione. Semplicemente per dire che, a volte, il senso reale dell’intrattenimento e della piacevolezza non deve necessariamente passare nell’opprimente imbuto della cultura seriosa e leziosa, stringente e distante. E allora si gioisca di un qualcosa che all’apparenza non è necessario, che potrebbe apparire ai più saccenti di quell’anziana kultura uno strumento passeggero su cui prestare poca attenzione, dimenticandosi, tra tante parole e tanti giudizi, di ciò che, alla fine, fa davvero bene al cuore e lo scalda, come una coperta in «certe mattine d’inverno che non cominciano. Restano lì, sospese, senza decidere se partire o aspettare. E io, infilata sotto una coperta rossa che conosce i miei inverni meglio di chiunque altro, lascio che il tempo scorra lentamente». 

 

La copertina del Book Winter Lover