La Giornata
Una donna che resiste ai maltrattamenti, con un "no" dipinto sulla mano (foto Ansa)
All’alba di questo 25 novembre, l’Italia rimane ancora sporca di sangue, con i dati di “Non una di meno” – aggiornati al 22 novembre – che raccontano di 77 femminicidi e sette suicidi indotti. In questa giornata di riflessione e raccolta la città di Bologna ha ricordato le vittime con un minuto di silenzio osservato in Assemblea legislativa, e una ricca serie di eventi e manifestazioni pubbliche: le "Dieci domande sulla violenza" al Teatro Celebrazioni, la panchina dipinta di rosso davanti alla Questura, e la facciata della stazione illuminata di luci rosse.
Anche il sindaco Matteo Lepore ha rammentato che oggi è un'occasione per «confrontarsi pubblicamente con l'opinione pubblica, continuare la battaglia contro la violenza di genere e per noi uomini in particolare significa esporsi, assumerci la responsabilità di prenderci cura delle nostre relazioni, nonché investire sul rispetto delle altre persone, in particolare delle donne».
Parole necessarie in un panorama ostinato, colmo di violenza e complicità, macchiato da numeri che anche quest'anno sono rimasti elevati: delle 77 vittime, la maggior parte è concentrata in Lombardia (27,5% dei casi), Campania (14,3%), ed Emilia-Romagna (8,8%). Le provincie più interessate, invece, sono Milano (13), Napoli (7), Torino (6) e Roma (6). Per oltre la metà dei casi, il femminicidio è stato perpetrato dai mariti/partner (51%), e il resto è occupato dagli ex mariti/partner (23%) e dai figli (14%). Almeno in 12 casi c’erano denunce o segnalazioni pregresse.
I numeri del Viminale confermano un quadro allarmante. Nel primo semestre di quest’anno, in tutto il paese ci sono stati 60 femminicidi, in calo dell’1,6% rispetto agli stessi mesi del 2024, mentre sono aumentate del 15% le vittime per mano di partner o di ex, salite a quota 38 casi registrati. Le donne di origine straniera uccise sono cresciute del 20%. Il contesto più comune in cui si verificano femminicidi rimane quello “familiare/affettivo”, dove la dimensione della prevenzione ha preso più piede. Infatti, sebbene siano diminuiti rispetto all’anno scorso del 5,6%, sono aumentati gli ammonimenti delle Questure fino a 7.571 (+70,6%), di cui 2.731 per stalking (+86,6%) e 4.840 per violenza domestica (+63,6%).
Più si restringe il campo d’osservazione, più si ingrandiscono i numeri della violenza: l’osservatorio sulla violenza contro le donne di Modena, segnala ben 204 vittime di violenza di genere ai pronto soccorso nel primo semestre del 2025, già oltre la metà degli ingressi annuali (circa 400) nel periodo 2021-2024. Su cento donne 41 sono sotto i 35 anni e quaranta non hanno la cittadinanza italiana. I dati dei Carabinieri ci aiutano ulteriormente a comprendere come si dirada il fenomeno e gli interventi necessari. Secondo il nucleo di Bologna, sono state 1.131 le attivazioni dei codici rossi nella sola città (circa quattro al giorno), accanto alle 1.076 denunce in ambito di violenza di genere, per lesioni aggravate (637), atti persecutori o stalking (307) e violenza sessuale (97).
Preoccupano anche le disposizioni giudiziarie in città, tra le quali figurano i 27 allontanamenti da casa, i 180 divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima — 112 con braccialetto elettronico e 75 con ricorso a case rifugio — e 55 arresti totali. Di questi, 22 sono avvenuti per maltrattamenti o lesioni aggravate in ambito familiare, a riprova dello stretto rapporto tra la violenza di genere e la dimensione affettiva.
I Carabinieri di Ravenna, invece, hanno contato 340 codici rossi attivati quest’anno in città e in provincia, e in 20 di questi è stato richiesto il supporto dei centri antiviolenza e delle case rifugio. A questi numeri si aggiungono i 51 arresti in ambito di violenza di genere, 22 allontanamenti d'urgenza dalla casa familiare e i 49 divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, 22 dei quali con applicazione del braccialetto elettronico. A questi si aggiungono 290 soggetti denunciati a piede libero, di cui 200 per maltrattamenti o lesioni aggravate in ambito familiare, 65 per atti persecutori, 19 per violenza sessuale, cinque per revenge porn, uno per violazione di divieto di avvicinamento.
A livello regionale, i codici rossi ammontano a 3.967, mentre sono stati 308 gli interventi di centri antiviolenza per costruire un adeguato percorso di sostegno e protezione. Gli arresti, invece, sono stati 283, mentre le denunce in stato di libertà 3.816, di cui 2.589 per maltrattamenti o lesioni aggravate in ambito familiare, 855 per atti persecutori, 330 per violenza sessuale e 35 per revenge porn.
Proprio oggi il questore di Bologna, Antonio Sbordone, ha commentato questi numeri: «Sono aumentati i reati di violenza di genere, e di conseguenza anche gli ammonimenti e i nostri interventi. Bisogna mettere al primo posto la tutela della donna, tramite i centri antiviolenza per gli uomini maltrattanti e dobbiamo fare di più per intercettare relazioni tossiche e pericolose per stimolare un vero cambiamento. C’è ancora tanto da fare nonostante i risultati, perché molti interventi che facciamo avvengono già a violenza compiuta».