Giustizia

Giampiero Gualandi in aula durante il processo (foto di Ludovica Addarii)

 

Giampiero Gualandi è stato dichiarato colpevole di omicidio volontario aggravato nei confronti di Sofia Stefani. La sentenza di primo grado, arrivata nel tardo pomeriggio in Corte d'Assise, ha condannato all’ergastolo l’ex comandante di polizia locale di Anzola dell’Emilia, non accogliendo la richiesta di riqualificazione del titolo di reato in omicidio colposo avanzata dalla difesa. Il sessantaquattrenne era accusato di aver sparato in volto l’ex vigilessa, con cui da mesi aveva una relazione extraconiugale basata su un presunto “contratto di sottomissione sessuale”.

Nel corso della mattinata, si sono susseguite le arringhe delle rispettive parti, alla presenza dei genitori di Stefani, visibilmente scossi. Gualandi, definito dal Pm Lucia Russo “mentitore e manipolatore”, invece non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Secondo gli avvocati difensori, lo sparo avrebbe raggiunto la giovane in seguito ad una colluttazione, mentre l’uomo stava pulendo la sua arma d'ordinanza. Per il Pubblico ministero il colpo di pistola sarebbe partito volontariamente con l’intento di uccidere la vittima a sangue freddo. Dopo il ritiro dei giudici in Camera di Consiglio, durata quasi cinque ore, è arrivata la pronuncia di primo grado.

Nel processo, iniziato lo scorso febbraio, sono stati chiamati a deporre anche i colleghi vigili, la moglie di Gualandi, i genitori della giovane e il suo fidanzato, per un totale di circa sessanta testimoni. Gli esiti della perizia non hanno confermato né smentito l'ipotesi dell'accusa. Sicuramente però certificano che il 16 maggio 2024 nell'ufficio dell’amante, nel comando della polizia locale di Anzola dell'Emilia, verso le sedici, l’uomo è stato l’ultimo ad aver toccato la trentatreenne prima di chiamare il 118.