Aids
Membri di Plus e di Rivolta Pride in presidio di fronte al palazzo della Regione (foto Alessandro Fratini)
Tra un mese, il centro sanitario di Plus Bologna rischia di cessare la propria attività, e di chiudere le porte ai duecento pazienti che seguono terapie preventive contro l’Hiv. Un allarme è stato lanciato già alla fine di ottobre, ma la situazione si è solo aggravata. Per questo membri di Plus, insieme a Rivolta Pride, si sono riuniti in Viale Aldo Moro per chiedere un intervento immediato della Regione per salvare il "Prep Point", ed evitare che i pazienti scoperti pesino sulla sanità pubblica.
Attivo da marzo 2018, il centro offre gratuitamente consulenze e strumenti per la profilassi pre-esposizione (Prep), dove il paziente assume un farmaco prima di possibili esposizioni al virus, riducendo drasticamente il rischio di contagio di Hiv e altre malattie come epatite c, sifilide, clamidia e gonorrea. Il suo apporto alla sanità locale consiste nell’avvicinare le persone alla prevenzione attraverso una strategia inclusiva e comunitaria, sollevando il peso che altrimenti ricadrebbe sui già affollati ospedali pubblici. Con i fondi attuali, però, i pazienti saranno costretti a rivolgersi alla sanità pubblica, affollando ulteriormente il settore.
I due fattori principali che pesano sull’esistenza dello sportello di prevenzione sono la carenza di personale e la mancanza di un fondo pubblico dedicato. Senza i suoi servizi, aumenterebbero i rischi e le diagnosi di Hiv, insieme al costo pro capite per combattere la malattia: «Il costo di una persona in Prep attualmente è di 12 euro circa, cioè il costo del farmaco, mentre una persona già infetta di Hiv solo di farmaco costa intorno ai 500 euro al mese, quindi c’è una bella differenza», evidenzia Mattioli. Si tratterebbe, quindi, di un grande passo indietro nella prevenzione all’Hiv.
«In Emilia-Romagna circa il 60% delle nuove diagnosi di Hiv sono tardive», sottolinea Mattioli, «questo ci dice che gran parte delle persone giungono alla diagnosi quando hanno già l'Aids o sono prossimi a contrarlo». Aggiunge il presidente di Plus: «Ancor più grave è l’aumento delle persone che usano il farmaco ma non sono seguiti da nessuno, che sono passati da 108 del 2023 (cioè il 10% dei pazienti del Prep Point) a 152 nel 2025 (18% del totale)».
Anche se fosse risolto il discorso economico, rimarrebbe il problema della mancanza di medici, necessari per prescrivere i farmaci per la Prep: «Attualmente per le ricette abbiamo un solo medico volontario, ma ovviamente non sempre riesce a garantire la sua presenza. Dunque basta veramente poco per compromettere i nostri servizi», ha raccontato Salvio Cecere, consigliere del direttivo del Prep Point.