L'INTERVISTA
Carsen Edwards, guardia Virtus Bologna (foto ufficio stampa Virtus Bologna)
«Mancano esplosività e stazza sotto canestro per competere con le grandi d’Europa». Nicola Zanarini, giornalista sportivo di “Rai Tgr Emilia-Romagna”, commenta così a InCronac@ i problemi legati al roster della Virtus. Sullo sfondo, anche un focus sui meriti di coach Ivanović riguardo alla costruzione della squadra in estate e un pensiero sulla partita di venerdì contro il Barcellona dell'ex Shengelia in Eurolega.
Cosa manca alla Virtus per competere alla pari con le grandi corazzate d’Eurolega?
«Servirebbe maggiore struttura fisica ed esperienza sotto canestro. Smailagić è un ottimo giocatore, ma non può reggere stabilmente il ruolo di centro, così come Diouf, che sta crescendo ma è ancora giovane. Alla squadra manca un lungo americano - o comunque straniero di livello - atletico e d’impatto come Kai Jones, che la società aveva cercato in estate. Inoltre, servirebbe un altro esterno di esperienza e talento offensivo, capace di garantire punti e leadership quando Edwards fatica. Finora, infatti, nelle gare in cui Edwards non ha inciso, la Virtus ha sempre perso male in trasferta, fermandosi spesso attorno ai 70 punti. In sintesi, mancano esplosività e stazza sotto canestro per competere con le grandi d’Europa».
La “nuova Virtus” di Ivanović convince più di quella dello scorso anno?
«Ivanović ha contribuito in modo decisivo alla costruzione di questa nuova Virtus. Insieme a Ronci ha scelto gran parte dei giocatori, portando avanti una mezza rivoluzione tecnica. Ha puntato su una squadra più leggera e veloce, senza veri pivot. Questa Virtus sembra più in linea con le idee dell'allenatore montenegrino e appare più convincente, anche se resta da capire se potrà concretizzare in termini di risultati. È ancora presto per dirlo. Il pubblico, intanto, si diverte. La gara contro l’Efes è stata spettacolare, con poco spazio per la difesa, ma molto spettacolo».
Contro l’Efes si sono visti poco in campo Hackett, Pajola e Morgan. Al netto della vittoria, come spiega queste scelte di minutaggio?
«Hackett aveva giocato molto - e bene - appena 48 ore prima contro Reggio Emilia. Pajola ha avuto un minutaggio leggermente inferiore al solito, ma ha comunque distribuito sette assist. Morgan, che sostanzialmente ricopre il ruolo di vice Edwards, ha giocato un po’ meno del previsto. Tuttavia, ha segnato due triple fondamentali che hanno contribuito al break decisivo all’inizio del quarto periodo. Credo siano state semplicemente delle scelte tecniche da parte di Ivanovic. Nulla di più».
Che tipo di condizione fisica e mentale avrà la Virtus in vista del test con il Barcellona?
«La sfida con il Barcellona rappresenta un vero e proprio turning point. Dopo tre trasferte perse - quasi tutte in maniera netta, fatta eccezione per quella di Monaco - sarà interessante capire se la Virtus è la stessa squadra che in casa ha vinto quattro partite su quattro, dominando anche avversari di alto livello. Barcellona non è un campo semplice, anche se i catalani non hanno iniziato la stagione in modo particolarmente brillante».
Questo venerdì i bianconeri ritroveranno due ex come Shengelia e Clyburn, subito dopo la sfida con l’altro ex di turno, Cordinier. Quanto contano questi incroci “romantici” per motivare le Vu Nere?
«Gli incroci con gli ex, come Shengelia e Clyburn, aggiungono sicuramente un aspetto emotivo alla gara. Sarà interessante vedere se la Virtus riuscirà a mostrare un volto diverso rispetto a quello visto finora lontano da Bologna, dove ha spesso faticato, fatta eccezione per la vittoria di Lione. In campionato, fuori casa, la squadra è ancora imbattuta, ma il livello tecnico è mediamente più basso rispetto all’Eurolega».