Mercato
Nel primo semestre del 2025 l’economia dell’Emilia-Romagna è cresciuta dello 0,5%, un dato in linea con la media nazionale ma che nasconde forti differenze tra i settori. È quanto emerge dal rapporto di Banca d’Italia presentato oggi a Bologna: un quadro di crescita moderata, sostenuta da costruzioni e servizi, ma con l’industria ancora in difficoltà.
A pesare sulla manifattura è il rallentamento delle vendite all’estero, in particolare verso gli Stati Uniti: le esportazioni regionali sono calate dell’1,4%, contro un +2,1% della media italiana. «Le imprese segnalano una domanda estera debole e l’impatto delle tensioni commerciali», ha spiegato Pietro Raffa, direttore della sede bolognese di Bankitalia, che prevede per il secondo semestre «una crescita moderata ma con rischi al ribasso legati al contesto internazionale» .
Il settore alimentare resta l’unico comparto industriale positivo, mentre le costruzioni continuano a beneficiare dei finanziamenti legati al Pnrr e i servizi tengono grazie ai flussi turistici e ai trasporti. Sul fronte del lavoro, il rapporto registra un altro segnale positivo: l’occupazione cresce dell’1,7%, anche se l’industria segna un arretramento. Il tasso di disoccupazione si attesta al 4,4%. Crescono invece i consumi familiari (+1%) e i mutui per la casa, favoriti dal calo dei tassi.
La situazione finanziaria delle imprese è complessivamente solida, con il 93% che prevede utili positivi entro fine anno. Ma Bankitalia invita alla prudenza: l’economia regionale, pur stabile, resta esposta alla debolezza del commercio internazionale e alle incertezze geopolitiche.
Un rallentamento che si riflette anche sui territori più manifatturieri, dove aumenta il ricorso alla cassa integrazione: oltre 46 milioni di ore autorizzate nei primi nove mesi dell’anno, +11,9% rispetto al 2024, secondo i dati della Uil.
L’Emilia-Romagna si conferma così una regione che tiene, ma con equilibri sempre più delicati tra settori in crescita e comparti in affanno.