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La conferenza di presentazione del progetto, con al centro Emily Clancy (foto Alessandro Fratini)
I dipendenti delle aziende nel Bolognese potranno presto godere di 25 nuovi alloggi nelle zone di Castello d'Argile, Valsamoggia e Pianoro, a un canone mensile calmierato di 300 euro, con una piccola parte variabile in base alla metratura. Gli appartamenti, di proprietà del Comune di Bologna e attualmente sfitti in attesa di riparazioni, saranno sottoposti a manutenzione a carico delle aziende che si iscriveranno al bando, ottenendo una soluzione abitativa per i loro lavoratori, vicina ai poli produttivi e a un costo ridotto.
Il progetto, parte integrante del Piano per l’Abitare, è stato presentato stamattina a Palazzo d’Accursio dalla vicesindaca Emily Clancy: «Il costo delle ristrutturazioni, di circa 400.000 euro, sarà coperto dalle aziende che appoggeranno l’iniziativa, le quali potranno offrire agli impiegati abitazioni comode e convenienti. Nel lungo termine, invece, Bologna e le zone limitrofe guadagneranno nuovi appartamenti abitabili».
Il bando, attualmente in fase esplorativa, sarà aperto a tutte le aziende, imprese del Terzo Settore, enti non profit e associazioni di categoria. «Quello che parte da oggi è un tentativo per capire dove concentrare le nostre risorse e recepire le esigenze delle aziende, che avranno tempo fino al 16 gennaio per mostrare il loro interesse. Dopodiché, procederemo con il bando pubblico di concessione per gli alloggi», ha spiegato Clancy.
Gli appartamenti saranno concessi alle aziende tramite una concessione di sette anni: durante i primi quattro, l’affitto versato dall’inquilino verrà incassato dall’impresa che ha completato la ristrutturazione, mentre nei successivi tre il canone finanzierà la "Fondazione per l’Abitare". Quest’ultima sarà un nuovo ente dedicato al recupero di alloggi pubblici e privati oggi sfitti, che saranno offerti ai proprietari con garanzie e incentivi, i quali potranno affittarli poi a canone calmierato.
I lavoratori che occuperanno l’alloggio firmeranno un contratto transitorio della durata massima di 18 mesi, di modo che possano godere di una soluzione stabile, finché non scelgono altre opzioni abitative più a lungo periodo. Potranno fare richiesta per gli alloggi i dipendenti che: hanno un contratto di lavoro con l’impresa coinvolta nel progetto; hanno un Isee del nucleo famigliare compreso tra 9.360 e 35.000 euro; non beneficiano già di contributi pubblici e non sono proprietari di un alloggio nella città metropolitana di Bologna.
L’iniziativa si colloca in un piano di collaborazione e sostegno tra soggetti privati e Comune, per porre un freno all’emergenza abitativa che affossa il territorio tutto. Ne parla meglio Rosa Grimaldi, delegata alla promozione economica e attrattività: «Possiamo già contare sulla collaborazione con venti aziende diverse per la carenza di alloggi. Questa che presentiamo stamattina è solo una delle vie che esploreremo, insieme alla riconversione di edifici dismessi in abitazioni e l’installazione delle blockhouse, case temporanee in zone che si prestano all'uso residenziale».
«Nella città metropolitana di Bologna abbiamo fra i 13.500 e 15.000 appartamenti sfitti per esigenze manutentive, dunque dobbiamo esplorare tutte le opzioni possibili in tutte le zone del capoluogo, e allargarlo anche al privato tramite il loro supporto», sottolinea a sua volta la vicesindaca Clancy. «L’obiettivo finale è raggiungere lo sfitto zero, per i quali il Comune ha già investito 18 milioni di euro e ha riqualificato 1.300 abitazioni», ha concluso.