AMBIENTE

Il panel introduttivo del Mediterranean Forum of the Mission on Adaptation to Climate Change al Dama Tecnopolo (Foto di Nicola Ialacqua)
Coinvolgimento attivo dei cittadini, ripensamento degli investimenti e strategie territoriali per la resilienza climatica: questi i concetti chiave del Mediterranean Forum of the Mission on Adaptation to Climate Change, forum sul surriscaldamento globale svoltosi questa mattina al Dama Tecnopolo in via Stalingrado 84.
L’evento, promosso dalla Commissione Europea e co-organizzato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Bologna, ha visto la partecipazione di decine di ospiti da tutto il continente per parlare di riscaldamento globale e delle fragilità dell’area mediterranea. L’iniziativa ha l’obiettivo di riunire istituzioni, territori e cittadini impegnati nell’attuazione della Missione europea sul cambiamento climatico, attività di cui fa parte Bologna dal 2022 insieme a Bergamo, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma, Torino ed altre 91 città europee.
La scelta del Tecnopolo non è casuale: la struttura ospita infatti il Data Center del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF). La Principal Scientific Officer del centro, Chiara Cagnazzo, ha fatto uno dei primi interventi della giornata, all’interno del quale ha parlato delle nuove conoscenze sul clima nel Mediterraneo. Ad introdurre l’evento sono stati invece il presidente della regione Emilia-Romagna Michele De Pascale e il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che hanno entrambi parlato delle fragilità del territorio locale e delle sfide che lo aspettano in futuro sul tema della resilienza climatica.
Per i saluti istituzionali era anche presente, in videocollegamento, Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea.
Elina Bardram, direttrice Climate Resilience and Information Management della Commissione Europea, ha espresso preoccupazione nei confronti degli ultimi disastri climatici avvenuti in Europa. «I recenti eventi che abbiamo visto in Emilia-Romagna, a Valencia, ma anche in Europa centrale e orientale ci dimostrano quanto sia fondamentale il coinvolgimento locale e la collaborazione, e quanto sia necessario garantire che partecipazione e responsabilizzazione vadano di pari passo». Ha poi parlato del nuovo piano di adattamento climatico dell’Ue, previsto per la fine dell’anno: «Ci auspichiamo che possa rappresentare un vero punto di svolta nel modo in cui la società europea affronta queste sfide. Questo piano è importante non solo per la nostra prosperità, per proteggere i nostri beni, le nostre case, per la nostra sicurezza, e per essere preparati alle emergenze, ma anche per la nostra competitività»