Diabolik

Conferenza stampa di presentazione della mostra su Diabolik a Palazzo Pallavicini

Conferenza stampa di presentazione della mostra su Diabolik a Palazzo Pallavicini

Centocinquanta metri di albi per un totale di 938 tascabili. E poi modellini della storica Jaguar, le tavole autentiche dei volumi più amati e una sala immersiva con un’animazione sul furto di Diabolik di uno spartito originale del compositore austriaco a Bologna: la mostra a Palazzo Pallavicini ripercorre la storia del malvivente più famoso d’Italia, dalle sue origini fino ad oggi, attraverso disegni, statue e riproduzioni in scala dei personaggi del fumetto italiano più longevo.

«È la più grande esposizione mai fatta “sul ladro in nero”» secondo Mario Gomboli, direttore della casa editrice milanese Astorina, che dal '62 si occupa della pubblicazione di Diabolik. 
Il percorso parte dalla sala dedicata ad Angela e Luciana Giussani, le due sorelle che dal ‘62 hanno speso tutta la loro vita professionale nella propria creatura, con foto dell’epoca e curiosità sul lavoro creativo che sta dietro alla realizzazione del fumetto. Il racconto continua con delle sezioni su Ginko, Altea, Elisabeth Gray e gli altri personaggi che orbitano attorno alla figura del ladro, con un focus sulla storia d’amore con la compagna e complice Eva Kant narrata attraverso i disegni e le bozze dei volumi del passato. Una delle stanze è poi interamente dedicata ad un’installazione multimediale dove si racconta del furto di uno spartito di Wolfgang Amadeus Mozart custodito proprio nel Palazzo Pallavicini dove l’artista è stato ospite nel 1770. Vi è, infine, l’esposizione, per la prima volta, delle inestimabili tavole originali de “Il re del terrore”, il primo volume pubblicato nel 1962, la cui prima stampa ha raggiunto su eBay cifre record.

La maggior parte dei quadri sono caratterizzati da didascalie che raccontano curiosità sul fumetto noir all’italiana, come quella sulla Jaguar che, per anni, non ha avuto un nome. Nel 1963, infatti, l’importatore di Jaguar diffidò Astorina dal citare la marca perché “era disdicevole che un criminale usasse la stessa auto dei suoi clienti”, ma anni dopo fu la stessa azienda a pubblicare vignette tratte dalla serie.

«È impossibile non immedesimarsi in Diabolik», secondo l’editore Gomboli, «perché non è un supereroe, vive fra noi, non è uno dei buoni ma ha una sua etica, incontra criminali di cui leggiamo sempre sulla cronaca nera, è un personaggio con la p maiuscola». «L’esposizione non è solo per gli appassionati», sottolinea Giuseppe Palumbo, uno degli attuali disegnatori della serie a fumetti, «qui viene mostrato quanto Diabolik abbia inciso nell’immaginario collettivo italiano». «Il fumetto», racconta il vignettista, «è letto da tutta la nazione, dal frate marchigiano al criminale lucano, anche grazie al fatto che non ha mai smesso di seguire la contemporaneità».

La mostra, che si concluderà il 20 luglio, è aperta dal giovedì alla domenica dalle dieci del mattino alle otto di sera, ed il prezzo del biglietto è di 16 euro (14 per minori, over 65 e studenti universitari under 26).

Per info: www.palazzopallavicini.com